Non sorprendetevi se una mente del passato pensava già al futuro in modo molto consapevole ed eco sostenibile. Eh sì, sto parlando di nuovo dei grandi ricordi di infanzia che Nannina mi ha trasmesso; cerco sempre di scovare tecniche e modi di fare che lei utilizzava a suo tempo, e passarli a chi ha voglia di recuperarli.

marmellata cotta al sole

Oggi vi parlo di una sua tecnica che lei faceva passare come cosa molto semplice e quasi inutile. Mi raccontava spesso di come insieme ai suoi trascorrevano le giornate estive nei campi raccogliendo frutta e altro. Nella mia area, l’Agro Nocerino e l’Agro Nolano, i campi erano pieni di albicocchi, pruni, gelsi, fichi e peschi. Bisognava andarci alle 4 del mattino, si raccoglievano i frutti e poi si portavano al mercato.

Purtroppo oggi sempre di più davanti ai miei occhi passano scene di grandi distese di frutta incolta e non raccolta. L’anno scorso in Campania i contadini a causa del prezzo di mercato bassissimo delle albicocche hanno deciso per protesta di non raccoglierle e lasciarle cadere. Non c’è cosa più triste se si pensa cosa ci ruota intorno, ma è anche vero che pagare 10 centesimi un kg di albicocche è offensivo, eppure al momento le cose stanno così. Purtroppo non sempre è la qualità che va avanti, ma siamo sempre più soggetti allo sciacallaggio dell’imprenditoria. Abbiamo un enorme bisogno di consumatori consapevoli che non si soffermino solo al prezzo di acquisto e che vadano oltre l’essere solo un po’ impiccioni se vogliamo dare una risposta forte a tutto questo e magari cambiare radicalmente le cose.

Dobbiamo trovare il modo di salvare una biodiversità sempre meno ricercata. Se ne parla tanto, credo che sia solo una moda in questo momento, perché poi ognuno di noi nella propria dispensa ha prodotti della grande distribuzione.
Quando chiedo alla mamme di portare e offrire merende e cibi consapevoli ai loro figli la risposta e sempre la stessa, che il tempo è tiranno e i bambini sono attratti dalle cose che vedono in tv. Nannina diceva: “i numeri fanno la differenza”… non eravamo così una volta, possiamo e dobbiamo tornare al passato passando per il futuro.

Nel 1940 Nannina e i suoi genitori consideravano la terra il loro punto di forza e il loro pane quotidiano; insegnavano ai loro figli che la terra andava amata e rispettata come un genitore, perché era quella che gli dava da vivere e che ogni giorno offriva il cibo. Senza quella terra nessuno di loro avrebbe avuto modo di stare intorno ad una tavola… ecco cosa che ci manca: la memoria; abbiamo dimenticato. Essere figli di cafoni in alcuni ambienti non era bello. Sto lavorando proprio in questi giorni su una serie di racconti e consuetudini di gente come Nannina, di come nella loro semplicità fossero dei grandi.

marmellata crudista

Tornando all’argomento di questo post, proprio in uno dei racconti di mia nonna ho trovato un metodo per fare una confettura senza usare fornelli o forno. Dovete sapere che mentre nei campi si raccoglievano pesche, susine e altro, capitava e càpita ancor oggi di ritrovarsi tra le mani frutta un po’ matura o con qualche beccata di uccello. Cosa fare dato che allora non esisteva frigo? I bambini, che erano nei campi insieme ai genitori, si mettevano a pulire questa frutta, in un secondo momento la si raccoglieva in grandi ciotoloni di vetro e si cospargeva con lo zucchero.

Mia nonna usava 800 grammi di zucchero per ogni chilo di frutta, ma ovviamente noi possiamo essere molto più innovativi, sostituendo lo zucchero bianco con zuccheri alternativi come quello grezzo o anche lo sciroppo d’agave, che ha un indice glicemico basso. Il capitolo zucchero naturalmente fa storia a sé e converrà dedicargli un post a parte. Purtroppo il suo uso sconsiderato è una delle cause delle tante malattie del terzo millennio e bisogna quindi consumarlo e sceglierlo con molta consapevolezza.

Come dicevamo, la frutta scartata veniva messa in queste ciotole di frutta al sorgere del sole. Le ciotole erano coperte da un vetro in modo da ottenere una maggiore conduzione del calore. Sui campi nel mese di agosto nelle ore di punta si raggiungono temperature molto alte, e in più i contadini per aumentare la temperatura posizionavano sotto i contenitori un telo nero.

Potete provare a farla sul vostro terrazzo, come ha fatto la izn; posizionate uno specchio sotto la ciotola, così avrete un calore stile campo :-) Una delle migliori ricette di mia nonna per questo tipo di marmellate era quella delle susine: lei amava prepararle con pinoli, uva e qualche fogliolina di menta. Di solito bastavano cinque giorni di gran sole, quello di Agosto, ma anche a Luglio si può fare benissimo.

Potete usare la metà dello zucchero rispetto alla frutta, ma se preferite provate pure con la stessa quantità. La cosa che vi sorprenderà di queste confetture è il colore vivo della marmellata. Il sapore è particolare: la cosa importante è non usare frutta troppo matura, perché potrebbero verificarsi delle fermentazioni. Noterete che nei primi giorni la frutta scaricherà acqua, che si raccoglierà sul vetro superiore; dopo uno po’ diventerà molto densa e polposa, la cosa importante è non aprire mai il contenitore. I primi giorni mia nonna ci metteva un peso sopra, diceva che se avessi sollevato il vetro si sarebbe disperso il calore e sopratutto il sapore.

Ho ripetuto e ripeto ogni estate questo procedimento e vi dico che è super-consapevole. Se ci pensate il tempo che gli si dedica è quasi nullo; è una confettura fai da te, si cucina da sola. Un po’ la cugina dei seccamienti, possiamo dire :-)

Spero che questo post vi sproni a mettere sulla tavola della colazione e della merenda pomeridiana dei vostri bambini confetture consapevoli accompagnate da manicaretti dolci e salati altrettanto sani. Vorrei tanto poter offrire ai miei figli un mondo fatto sempre più di cose buone e gustose, pubblicizzate non da marchi, ma da volti che sudano per far sì che ognuno di noi possa mettere orgogliosamente sulla tavola la parte sana del proprio territorio.