Intanto che scrivo l’articolo sul perché è meglio non utilizzare farina 0 e 00 (la cosa si sta rivelando molto più elaborata del previsto, perché sono saltate fuori un milione di cose che devo studiarmi bene per non dirvi sciocchezze :-/), sto consumando le scorte di farina 0 che avevo a casa.
Quindi non mi guardate storto se leggete farina 0 negli ingredienti di questo impasto, prometto che appena arriva la farina 1 di Sonia proverò a fare tutto anche con quella e aggiornerò i vari post.
Intanto oggi starei aspettando la consegna di una ventina di chili di San Pastore (e speriamo che per una volta si degnino di fare una consegna intelligente – non è che mi sbattono il sacco per terra nella pozzanghera come al solito, eh) che ho già usata per il pane e che mi sembra funzionare molto bene (a parte il sapore che non ha paragoni con la farina normale); per quanto naturalmente ci sarà bisogno di un po’ di aggiustamenti per farla funzionare come la 0 – vedremo :-)
A proposito di farine vorrei comunque fare una considerazione: per paste frolle e co. in genere si utilizza la farina 00 che è povera di glutine, per evitare l’effetto gommoso; mi chiedo quindi, una farina 1, che essendo una semintegrale ha comunque meno glutine (perché nella farina integrale c’è anche parte dell’involucro esterno del chicco) non sarà ugualmente adatta a questo tipo di preparazione, rimanendo però molto più salutare della 00?
Torniamo a noi; questa pâte sucrée l’ho adocchiata qui da Silvia, che poi ci ha fatto anche queste meraviglie, e mi ha subito incuriosito, perché nella mia ignoranza culinaria credevo che il metodo principe per manipolare questo tipo di impasti passasse irrimediabilmente per la sabbiatura del burro nella farina, vale a dire tagliare il burro freddo a cubetti e sbriciolarlo nella farina con le dita fino a quando non rimangono solo pezzettini della grandezza di piccoli piselli, e poi aggiungere il quantitativo di uova e nel caso una goccia di latte o di acqua (ma anche no).
Silvia a sua volta l’ha ripresa da Tuki, che descrive la pate sucrée come un sottotipo di pasta frolla molto adatto per le cotture in bianco (che non sono le cotture che ti fanno rimanere sveglio durante la notte, ma un tipo di crostata per la quale va cotto prima l’involucro di pasta e dopo ci si versa il ripieno a freddo) per niente elastico o morbido, ma piuttosto molto friabile e fine.
Io questa volta invece di usarlo per una torta ci ho fatto dei biscotti con buco asimmetrico (mi sembrava un’idea carina per fare un regalo a Natale, un bel nastro rosso nel buco, e i biscotti che vanno randomicamente da un lato e dall’altro) e una miriade di buchini di biscotto (per chi se non per la pulcina? Ma incredibilmente ha apprezzato anche lo zac nel caffè del mattino).
Ho avuto la prova provata di quanto questa pasta sia adatta alle farciture delle torte quando stamattina la piccola ha lasciato uno dei buchini di biscotto a galleggiare nel latte di riso: dopo mezz’ora non era per niente sfatto, anzi quasi ancora croccante!!!
Insomma volevo dirvi che facendo un po’ di ricerche ho appreso che la pasta frolla non è una sola, ma ce ne sono un sacco di sottospecie, magari adatte a un impasto piuttosto che a un altro, e la differenza sta principalmente nell’ordine e nella modalità con i quali gli ingredienti vengono impastati, oltre ovviamente alla diversa percentuale di grassi, farina, uova ed eventualmente liquidi (che però favoriscono lo sviluppo del glutine, che significa pasta frolla gommosa, che è l’ultima cosa che vogliamo ottenere) che vengono utilizzati.
Lungi da me l’ipotesi di scrivere un compendio esaustivo su tutti i tipi di pasta frolla che potete trovare; ci vorrebbe un libro, non un blog, e io non ne sono assolutamente in grado (almeno per adesso). Intanto però provo a condividere con voi quello che ho capìto io.
Ho trovato qui nello strafamoso forum di gennarino tutta la famigliola di impasti frolli, il cui tratto comune (solitamente) è che le uova vanno utilizzate in una percentuale del 40% rispetto alla quantità di farina (es. per 1 kg di farina 400 grammi di uova, quindi calcolando che un uovo medio se non sbaglio pesa più o meno 60 grammi, un po’ più di sei uova e mezzo per chilo di farina).
Ovviamente ci sono le eccezioni blasonate, come la pasta frolla (definita “elastica”, e che pare sia ancora più croccante della pasta frolla tradizionale) di Maurizio Santin, nella quale ci vanno la bellezza di 17 uova, o alcuni tipi di impasto che le uova non le prevedono per niente.
Oltre alla pâte sucrée (in inglese sugar dough) ci sono la pâte sablée (sandy cookie dough), la pâte de Linz (linzer dough), e la pâte brisée (pie Dough o short pastry).
Prima o poi inciamperò anche in questi altri, e ve ne parlerò. Intanto vi racconto questi biscotti, che tra l’altro sono un’interpretazione genialmente upgradata (con farina di mandorle) della pâte sucrée, perché derivano dal blog di Fanny, allieva di Pierre Hermé, della quale vi avevo già parlato qui (e che ci devo fare se tutte le strade portano a Roma?) che ha scritto un post sull’argomento me-ra-vi-glio-so (e dove tra l’altro spiega che la pâte sucrée è facilissima da fare), corredato di foto step by step.
Quei 30 grammi scarsi di farina di mandorle donano a questa pasta un’aroma totalmente diverso da quello usuale, che viene fuori inaspettatamente tra un morso e l’altro :-)
Ingredienti:
150 grammi di burro di centrifuga
95 grammi di zucchero a velo
30 grammi di farina di mandorle
la punta di un cucchiaino di polvere di vaniglia
1 uovo di gallina felice
250 grammi di farina 0 (per adesso!)
una presa di fior di sale (o di sale integrale)
Innanzitutto prendete il burro e lasciatelo fuori dal frigo per un po’. Deve avere una consistenza tale da poter facilmente diventare cremoso, ma mantenere comunque una cerca consistenza che vi permetta di tagliarlo più o meno a pezzi.
Quando sarà al punto giusto, mettetelo nella planetaria e mescolatelo fino a quando non diventerà una crema (io l’ho fatto facilmente a mano); aggiungete lo zucchero a velo, la farina di mandorle e la vaniglia e mescolate fino a quando non saranno ben incorporate; poi battete leggermente l’uovo a parte e incorporatelo all’impasto.
A questo punto se avete usato l’impastatrice smontate la ciotola e aggiungete la farina, mescolata con il sale, tutta insieme, mescolando meno possibile, solo fino a quando non si vedrà più il colore bianco (sempre per evitare che si attivi il glutine).
Cercate di formare una palla con l’impasto (mani gelide!), schiacciatela a disco, avvolgetela nella pellicola senza pvc e mettetela subito in frigo, dove dovrà riposare per tutta la notte.
Se per caso il burro si fosse ammorbidito troppo e non riusciste a formare la palla con le mani, versate tutto l’impasto sulla pellicola e dategli la forma che volete manipolandolo attraverso la pellicola stessa. Cercate comunque di essere più veloci possibile, meno si scalda e meglio è.
Il giorno dopo stendete l’impasto con il matterello su un ripiano ben infarinato o tra due fogli di carta forno, ritagliate i biscotti e cuocete a 170° per 15-20 minuti (più i biscotti saranno dorati, più saranno croccanti e dureranno).
Tenete conto che l’impasto si conserva in frigo per un paio di giorni, o surgelato per tipo un mese (bisogna poi scongelarlo in frigo il giorno prima di usarlo).
Se vi piace, spolverate con zucchero a velo :-)
Anche per me la pasta sucrée di Fanny e’ stata una bella scoperta, e devo dire che l’impastatrice in questo caso mi ha aiutato parecchio :)
Se posso darti un’altra indicazione utile, almeno per me lo e’ stata per la frolla e per la brisée (non ho ancora provato con la sucrée di FAnny, devo farlo), ci sono dei video di Luca Montersino in cui mostra come il lavorarte il “mattone” che e’ diventata la pasta dopoil riposo in frigo, la renda elastica e molto piu’ lavorabile (indipendentemente dal numero di uova).
Resto in ascolto per la questione sulle farine allora, la farina 00 e’ praticamente la bibbia da quando sono nata, sono molto curiosa :)
A parte la bontà della frolla, io resto sempre letteralmente basita davanti alla perfezione dei tuoi biscotti: tutti della stessa altezza, tutti perfettamente in fila, tutti dello stesso colore….surreale, per me!
Attendo con ansia il post sulle farine.
Ma a proposito di frolle, mai fatta quella con zucchero a velo e tuorli sodi?
fff…sono arrivata alla fine (i link, no, non ce l´ho fatta, ancora) e mi sento troppo diversa, io che faccio i frollini quasi settimanalmente, e tutte le volte a occhio e mescolando gli ingredienti a caso (tra l´altro con farina integrale, olio di oliva al posto del burro, farina di riso e fiocchi vari, sempre con quello che sta per quasi scadere in dispensa ;-)). Vengono sempre piú o meno buoni, per caritá, ma questi sono tutta un´altra cosa, me lo sento. Senti, non é che mi presti per favore mezzo pianeta in vergine, venti minuti alla settimana (che ne so, mentre giochi con la bimba, che non ti serve)?
Tra l´altro quei tondi asimmetrici sono spettacolarmente annisettanta (mi verrebbe voglia di dipingerli di arancione e verde pisello).
PS: come mai i buchi non sono rivolti tutti nella stessa direzione, lí sulla spianatoia? Che, per caso, ti sentivi poco bene? :-))
mi ero ripromessa di provare questa versione, dopo aver provato tutte le paste di Michel Roux, la sua mi era piaciuta molto ma è meno burrosa e senza mandorle. il momento natalizio è proprizio anche se io odio fare i biscotti, ma con i buchi sono così belli!
Noooo e io che proprio stamattina sono andata per farine e ho comprato la zero “perché ilpastonudo dice di bandire per sempre la 00”. Non avevo capito niente! Fortuna ne ho presa poca e non un sacco da 20 kg :-)
mhhhhm. ho appena spedito antonio e i due patati a fare la spesa perché tra un po’ il frigo scappa di casa!
peccato che devo sempre aspettare “la mattina dopo” per assaggiare i tuoi biscotti :)
Izn ti adoro…. proprio oggi pensavo che vorrei fare dei biscotti da regalare a natale, e devo cominciare a fare delle prove… Sono notoriamente una pippa quando si tratta di usare il mattarello e le formine, ma i tuoi post sono sempre così pieni di spiegazioni che con una delle tue ricette voglio provare e infrangere questo immenso timor sacro del biscotto! Grazie!
questa sera li faccio.. anche se sono in linea con Claudia..
certo i tuoi sono perfetti!!
tu fai come la mia amica architetto che faceva i ravioli con il compasso !!!!
b o n i i i !!
Io sono in fase biscotti…quindi questi li provo per forza.
Io ho appena comprato con il Gas farina tipo 0 e farina tipo 1.
Con la farina integrale,farro o la tipo 2 , sto parlando di bio..ovviamente, il pane, le torte mi vengono un po’ gnucche…ovvero faticano a lieviatare….tu cosa dici…..in settimana provo questi e poi ti dico.
Tremenda invidia per la bellezza dei tuoi biscotti…io Sabato ho fatto dei biscotti al limone…che posterò su blog, ma son bruttini….però buoni!!!
Grazie ancora per tutti i tuoi santi consigli sulla madre…..ha compiuto un anno e ora sto provando a sperimentare un tempo del poolsh pi breve visto che l’ho sempre lasciato almeno 12 ore…ti farò sapere …
… come sai ho già fatto più volte la frolla con la farina1 di Sonia: il risultato è buono, soprattutto in termini di sapore, anche se c’è, com’è ovvio, più “rusticità”. Non si ha quella friabilità tipica della frolla, ma si avverte di più la granulosità della farina (a questo punto è superfluo utilizzare lo zucchero a velo, perché viene vanificato dalla texture della farina).
… certo una vera, adorabile, “psicopatica” della perfezione!
Scusate come potrei procurarmi la farina di Soniuccia. L’anno scorso, mia figlia che studia a Roma, mi ha preso da pizzarium un kg di farina tipo 1 detta anche burrata. Ero curiosa di preparare la pizza ad alta idratazione.
Io essendo siciliano non riesco a trovare dalle mie parti questa farina, i risultati della pizza con pasta madre e farina tipo 1 sono stati ottimi l’unico inconveniente è stato il prezzo un tantino esagerato 5 Euro. Grazie tante Annù
Questi biscotti sono fantastici, la loro forma è strepitosa!
Anche la foto è molto bella…
Sono contenta che ti sono piaciuti i miei e che ti abbia dato l’ispirazione per fare queste meraviglie…grazie!
A presto
Silvia
Questi me li ero persi… mi sa che provo a farli con la farina tipo2 però, ché al momento ho fatto rifornimento di quella, e la 0 ne ho solo una confezione!
Poi vi dico, eh…
Li ho fatti con il farro! Ho pensato: perché farsi tutte ‘ste pippe per il glutine? Meglio usare una farina senza glutine, così si cambia. In più è integrale. Friabilissimi, deliziosi, e non bisogna neanche avere le mani freddissime e compagnia. Mi sa che le frolle (in generale) d’ora in poi le faccio con i cereali senza glutine, io sono per la semplificazione. Appena riesco li posto sul blog (con riferimento all’ispiratrice :-))
@lisa: ehmm… non per essere la solita rompina, ma il farro è una farina *con* il glutine. Se non sbaglio. Quelli senza glutine sono il miglio, il grano saraceno, l’amaranto, il mais, il riso, e la quinoa. O sbaglio? o_O
Ma davvero? Che figura! Noi non abbiamo problemi, ma mi piace cambiare le farine… allora sono venuti così friabili perché la farina era integrale? Interessante!
Ciao ho “copiato” la forma dei tuoi biscotti in questo post , citandoti ovviamente :D