Sono sicura che qualcuno di voi il dubbio di essere intollerante al glutine ce l'ha; ce l'ho avuto anch'io e me lo sono spiegato con il fatto che di glutine ne mangiamo proprio tanto, dallo svezzamento in poi. Più che un'intolleranza il mio è stato un rifiuto, e la voglia e la curiosità di provare a mangiare in modo diverso, ogni tanto.
Non potete non aver notato il giro d'affari che c'è attorno a intolleranze e allergie; siamo abituati fin da piccoli ad aver paura di tutto, ne parlava saggiamente qualche tempo fa la nostra bella Sabine in un articolo illuminante sul suo blog, nel quale cercava di spiegare come occuparsi attivamente della propria salute, uscendo dall'ipnosi nella quale siamo da quasi un secolo ormai.
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Anche qui siamo molto “USA” in fatto di tendenze e mode.
Tim Noakes, il professore che ha inventato la “high fat-low carb-paleo-o-come-la si-voglia-chiamare-diet” e’ di Cape Town, e ti lascio immaginare. A parte che: “75% di grassi”??? Voglio dire, lui si e’ corso 70 maratone, ma voglio vederti, tu che stai seduto 10 ore al giorno e la maratona piu’ faticosa che fai e’ quella tra il divano e la tele o seduto per ore in macchina nel traffico cittadino :-)
Quello che mi chiedo io e’: “Ma davvero abbiamo bisogno di mescolare amido di mais , amido di patate, farina di riso, gelatine animale (eh, quella e’ una delle ultime mode, gelatine dappertutto. Bleah), etti di mandorle/cashew/noci varie/semi con interi panetti di burro o litre olio di cocco? Non basterebbe un piatto di risotto ogni tanto, o una polenta “normale” come una volta (tra l’altro io proprio gli “amidi” non riesco a mangiarli, mi sembra di mangiare polvere di gesso :-))?
Cosa mangiavano i nostri nonni? un bel piatto di fagioli borlotti col sugo, una fettazza di polenta fumante, con un pezzo di pancetta o una lucanica per dare sapore (una fettina a testa, semmai). Stessa cosa coi piselli. Gnocchi di patate. Polenta e crauti. Voglio dire, la nostra tradizione e’ piena di piatti gluten free. Per i dolci? Boh, ammetto che non sono una golosissima (a parte la cioccolata fondente, che e’ gluten free :-D ). Ma tutte le tradizioni hanno dolci senza farina, dal Milchreis tedesco al migliaccio, e in estate un bel gelato.
Non so, ‘sta cosa delle farine gluten free mi ricorda troppo i wuerstel o le bistecche vegane… siamo sempre vissuti senza, ce n’e’ davvero bisogno? Non basta tornare a mangiare in modo semplice come una volta e muovere di piu’ il fondoschiena (a proposito, come mai nessuno – o quasi – ci martella con la correlazione “non mettiamo piu’ i piedi per terra-abbiamo un sacco di malattie degenerative che nascono nella testa”?)
Io mi limito solo a dire “mah…” e ad aspettare ferma sulla riva del fiume. Le mode passano, passera’ anche questa ;-)
Gluten si… gluten no… un’ argomento piuttosto spinoso!
Sono d’accordo con Claudia, che ci sono già tante ricette senza glutine, basta ricordarsele! (mmhhh, il Milchreis!… l’infanzia chiama!).
Consiglio spesso ai miei pazienti di “fare un bel fioretto” e di sperimentare un periodo di 30-40 gg senza Grano&Co: è un esercizio piuttosto difficile, ma interessante. Rinforza sicuramente la volontà,… inoltre si sperimenta quanto(!) si è dipendenti di certi piatti mitici: sopratutto pane, pasta, pizza.
Chi regge la promessa viene premiato: più energia fisica e mentale, spariscono dolori, cefalee, disagi digestivi vari.
Non succede a tutti, comunque molti sperimentano un profondo miglioramento della salute.
Se ragioniamo molto basic, si può notare che Madre Natura ha dato un *sapore caratteristico* ad ogni cosa!…escluso è soltanto l’acqua (visto che lo dobbiamo assumere quotidianamente!). Nessuno mangerebbe fragole, fagioli o chicchi di grano tre volte al giorno per quarant’anni di seguito!
Ci ha “fregato” l’invenzione della Farina 00 (e i turbograni)…che ha appunto 00 sapore!
Il “mangiare vario” moderno in fondo è finto… a colazione biscotti o brioche al bar(farina 00)-a pranzo pasta (farina 00) – a cena pane o pizza (farina 00)… associato alla quasi totale mancanza di regolare movimento all’aperto.
NON poteva andare bene!… era soltanto una questione di tempo.
La soluzione?… tornare alla semplicità, al cibo stagionale, al cibo preparato in casa, al buon senso… allo sperimentare personale ed assumersi le proprie responsabilità.
Sono d’accordo con Claudia e con Sabine. Sto frequentando in questo mese un corso di cucina che ha come intento quello di avvicinare le persone alla consapevolezza alimentare. E nel suo 80% è fatto benissimo (ed è in linea con quello che tu Izn diffondi qui sul Pasto Nudo), ma purtroppo questa moda vegana e gluten free è entrata di prepotenza anche li. Perchè devo mangiare farina di quinoa (confermo, è amara come il veleno) e muscolo di grano, quando posso farmi la polenta con i funghi o il riso con i piselli? Insomma, di tradizione veggie e gluten free ne abbiamo da vendere. Mia nonna ha 90 anni e mangia da sempre poco e soprattutto varia spesso quello che mangia, ha uno stile di vita attivo (più dei suoi pro-nipoti) per la sua età e non mangia nulla di pronto e/o trasformato. Mia nonna cucina, non assembla cose semi-pronte. Spero di avere ereditato il suo patrimonio genetico, e soprattutto il suo buonsenso. :)
Secondo la mia filosofia la cosa più importante è la varietà alimentare, e sostituire ai derivati del grano prodotti fatti con altre graminacee o simili da mangiare spesso non è risolutivo, anche se a volte fanno piacere perchè siamo troppo abitualti a pasta, pizza etc (io che sono romagnola alla piadina!!). Sto facendo una ricerca molto divertente sull’alimentazione del paleolitico, quella vera che non c’entra niente con la paleodieta, ed è impressionante la varietà di cibi che mangiavano, un pò come i Nativi del Nord America, che erano estremamente longevi, e se invece di sterminarli avessimo imparato da loro sarebbe stata una gran bella cosa. Adesso proverò a usare radici selvatiche varie, lo sai che le prime macine trovate, risalenti a 30.000 anni fa, servivano per macinare principalmente radici di tifa? Ho letto Aila figlia della terra di Jean M. Auel, romanzo ambientato nel paleolitico: la scrittrice è una paleontologa, per cui tutti i dati relativi ad alimentazione, utensili e cose simili sono reali. Procurarsi le radici in ambienti non inquinati è piuttosto difficile, ma quando sarò riuscita a fare qualcosa ti aggiornerò.