Ok ok, la pausa è finita!! Pausa che poi si fa per dire, perché in questo giorni oltre a cercare di convincere i miei cinque pianeti in vergine a riposare (che si traduce soprattutto in “cura delle piante”), ho compilato e spedito tessere per nuovi e vecchi soci, ricontattato i produttori che già conoscete e rotto le scatole a nuove realtà che presto vi presenterò.
E poi ho scritto newsletter varie ed eventuali, fatto una lezione di panificazione consapevole a una coppia di persone splendide, inviato un numero imprecisato di pastonudolibri, parlato con un editore piuttosto interessante (questa poi ve la spiego), e tra una cosa e l’altra provato ricette senza glutine da perfezionare.
Non perché sia necessario, ma siccome so che mi farà sicuramente bene, come a chiunque, ho deciso di non mangiare glutine per un mesetto, visto che (come la quasi totalità di noi) nella mia vita ne ho mangiato abbastanza per tre reincarnazioni.
E vi assicuro che è una delle cose più difficili del mondo (celiaci vi stimo profondamente) perché il glutine è veramente dappertutto, e tantissime cose buone alle quali siamo abituati, come i fluffosi lievitati della nostra tradizione culinaria, non possono essere fatti senza glutine, o meglio ci si può provare ma a mio parere si ottengono solo delle pallide imitazioni, che hanno lo stesso senso della bistecca di soia per un vegetariano.
Intanto continuo ad andare di autoproduzione e vi annoto un procedimento infallibile per tostare i semi di zucca, cosa che potrebbe sembrare molto semplice (tipo prendo i semi e li metto in forno), ma che invece, ho imparato a mie spese, necessita di alcuni accorgimenti senza i quali i suddetti risultano inespugnabili, mollicci, muffiti, carbonizzati o inesorabilmente sciapi.
Vi è mai capitato di ricevere in dono una bellissima zucca intera, di aprirla dopo qualche tempo (le zucche sono troppo belle, io non riesco a non tenerle in bella vista almeno un mesetto) e di trovarci dentro una quantità indefinita di semi cicciottelli che vi guardano con un sopracciglio alzato e l’altro no dicendo “mica vorrai gettarmi, vero??”? E di provare i vari metodi che trovate in rete, che di solito prevedono di lavare i semi, asciugarli, lasciarli su un tovagliolo tutta la notte e poi cuocerli per tipo tre quarti d’ora? Beh, non funzionano!
E poi sono strabuoni; tutti i semi sono decisamente sani, oltre a poter essere utilizzati nel pane, nei dolci, a colazione e insomma in tutto ciò che la vostra mente creativa riesca a immaginare.
Ai semi di zucca in particolare la bioterapia nutrizionale dedica un intero capitolo del suo librone “Gli alimenti e le loro associazioni”; di solito vengono prescritti nei casi di oligoastenospermia, per aumentare la vitalità e la motilità degli spermatozoi, grazie al loro alto contenuto in zinco, e per combattere i parassiti intestinali, in sinergia con l’aglio.
Vi riporto qualche stralcio interessante: “Nei semi di zucca sono presenti anche proteine, grassi, ferro, fosforo, potassio e vitamine, nonché acidi grassi omega 3. Questi ultimi migliorano il trofismo delle membrane cellulari e, insieme allo zinco, nel suo ruolo di antagonista dei radicali liberi, agiscono in sinergia con le vitamine A ed E. Bisogna fare attenzione a non superare i 160 mg al giorno di zinco (corrispondenti a circa 30 grammi di semi di zucca), se non si vuole rischiare l’effetto opposto, con aumento di formazione di radicali liberi i quali, per essere eliminati, richiedono uno stoccaggio di liquidi responsabili di crisi ipertensive e di severe emicranie.
Come sempre, il giusto regola, l’eccesso inibisce”; e, riguardo all’ipertrofia prostatica: “Nei semi di zucca freschi sono contenuti sitosteroli e cucurbitacina, sostanze ambedue efficaci nel contrastare l’ipertrofia prostatica; quando sono secchi, la loro efficacia in questa patologia si riduce leggermente. La cucurbitacina rende i semi di zucca efficaci contro i parassiti intestinali, in quanto paralizza i muscoli dei vermi, che dovranno poi essere eliminati con un efficace purgante”.
L’unica ricetta che funziona secondo me l’ho trovata su un sito che si chiama Grow the Planet (edit 2020: il sito non esiste più), che spiega di farli prima bollire in acqua salata e poi di passarli in forno per un quarto d’ora (ma anche meno), già salati. Solo in questo modo ho ottenuto semi croccanti, che si separano facilmente dal guscio e con il giusto tenore di sale.
Se avete ancora qualche zucca al vostro arco (io ne avevo una strepitosa delle Spinose), provate e fatemi sapere. La soddisfazione che dà sgranocchiare sul divano i semi di zucca salvati dal cestino dell’umido è impagabile.
Ingredienti:
semi di zucca
olio extravergine d’oliva
sale marino integrale
Asportate i semi dalla zucca, separateli dai filamenti e fateli bollire in acqua salata (regolatevi con il sale come fate con la pasta) per una decina di minuti. Trascorso questo tempo, scolateli e asciugateli con un tovagliolo strofinandoli con delicatezza (all’inizio si attaccheranno al cotone, tutto normale).
Quando saranno asciutti preriscaldate il forno a 160°C, mettete i semi in una ciotola, spolverateli abbondantemente di sale, aggiungete un po’ d’olio d’oliva, chiamate il bambino di casa, o il bambino che c’è in voi, e ditegli di mettere le mani nei semi e intriderli bene di olio e sale. Operazione molto piacevole, quasi terapeutica direi.
Fatto questo, spargeteli in un solo strato su una teglia da forno (io ne ho usata una in ferro alta un centimetro e mezzo, rettangolare, praticamente l’oggetto più utilizzato in casa zac), posizionateli a metà altezza e lasciateli tostare una decina di minuti o più, a seconda della potenza del vostro forno (il mio è mooooooscio); testate la tostatura (leggera allitterazione argh) prendendo un semino, possibilmente senza ustionarvi, e controllando se si apre facilmente stringendolo tra i denti; se i semini non sono ancora abbastanza tostati farete fatica a farli aprire, e comunque avranno un sapore “crudo”. Un aspetto dorato è un ottimo segno :-)
Quando avranno raggiunto il giusto grado di tostatura (magari fate un po’ di tentativi con il vostro forno prima di decidere come li volete esattamente) tirate fuori la teglia, lasciateli raffreddare bene e conservateli in un vasetto. In mano mia durano il tempo di un respiro: quello sciocchino di zac suol dire in questi casi che ha sposato un roditore. Sgrunt.
Bello!!!!!!! Ne ho ancora una!
Ma io ti adoro per questo post! Insomma, adoro il tuo blog in generale, ma ho ormai una marea di semi di zucca accumulati dopo zuppe e sfornate…e quelli comprati non li tirano proprio nella schiena, eh.
Grazie! :)
L’eleganza del seme di zucca…che titolo nobile e meraviglioso per una consumatrice compulsiva (quasi adorante direi) dei bruscolini!!! Visto il tuo metodo infallibile e la presenza di meravigliosi semi di zucca felici di zucca mammosamente felice non esiterò a provare…sono solo un pò spaventata in realtà di scoprirne la bontà..coprire il mio fabbisogno annuale potrebbe essere un problema!! :)
Grazie!!