Se, come a noi, gli ortaggi vi arrivano a casa sotto forma di cassetta mista contenente “quello che l’orto manda”, che in questa stagione — soprattutto dopo le gelate delle ultime settimane — corrisponde a ottomila tipi di cavoli e qualche radice, avete sicuramente una verza o due che vi guardano con aria interrogativa dal cassetto delle verdure del frigo.

piatti tipici irlandesi

A quel punto una ricetta che nei posti freddi si fa principalmente a San Patrizio, anche se non fa parte della nostra tradizione culinaria arriva proprio a fagiolo, soprattutto se è buona buona buona in modo assurdo, facile da preparare e piace a tutti.

‘Sti diavolo di irlandesi! Averlo saputo prima quante verze insapori avrei evitato nella mia vita mangereccia! Credo che questa diventerà alla velocità della luce una ricetta di famiglia smaltisciverze: non ho mai visto sparire così velocemente questo tipo di cavolo dal piatto della midizac :-)

Quest’anno, come vi ho raccontato qualche post fa, ci sono un bel po’ di cambiamenti in atto, scatenati principalmente dall’avvento di Terrafondai, che sta avendo un grandissimo successo, nonostante le condizioni climatiche averse delle ultime due date (che vi racconterò in un solo post a brevissimo). Questo ha comportato un deciso incremento della mia produzione di marmellate e scorzette candite per il banco dell’associazione, e quindi anche di etichette ritagliate, disegnate e acquerellate a mano una per uno (lo so, sono un caso disperato) :-D

Parallelamente ho ricominciato a dar voce alla mia parte creativo/amanuense/ricamatrice, soprattutto per colpa di Pinterest, che per me è praticamente una droga alla quale non mi posso avvicinare perché mi trascina in uno spazio/tempo parallelo (mi sembra di esserci stata cinque minuti e sono passate cinque ore), e quindi passo un bel po’ di tempo con uno strumento di costruzione di massa tra le mani, penna, matita, pennello, ago e stoffa o fil di ferro che siano.

come bollire le patate

Cucinare cose nuove e particolari però rimane sempre una delle mie più grandi passioni, soprattutto quando si tratta di piatti della tradizione, nostra o altrui, quindi se passate di qua ogni tanto volenti o nolenti vi beccate una di queste meraviglie, ché se non le aggiungo al nostro ricettario non mi sento tranquilla.

cipolline fresche

Prima di passare alla ricetta due parole sulla verza, che finora è apparsa qui sul blog sotto forma di minestra (quando ancora credevo ingenuamente che bastasse scrivere “prosciutto di Parma” tra gli ingredienti, senza specificare la provenienza) e in veste di involtino ripieno.

cipolline fresche

Nei due post di cui sopra trovate varie dritte nutrizionali su questo ortaggio; se avete ancora cinque minuti andate anche a rileggervi uno degli ormai atavici, bellissimi post di Claudia, ve ne cito un estratto per incuriosirvi: “Prendete una foglia di verza, di quelle esterne, e guardatela bene: *è* un albero. E se ne mettiamo due vicine, a specchio, secondo me non serve nemmeno tanta fantasia per immaginarsi due polmoni. Altro incastro: lo sanno tutti che i bambini nascono sotto i cavoli (la mia sotto una verza). Perché quelle foglie cosí strette sembrano veramente proteggere qualcosa di prezioso, dentro, e tenerlo al calduccio.”. Non è bellissimo?? <3

verza ricette diverse

Last but not least, sappiate che questa ricetta potete coniugarla anche in formato zuppa, tortini (perfetti per i picnic prossimo-incombenti), che si può fare anche con altre verdure, come i broccoli o il cavolo nero, e, se avete la fortuna di metterci le mani sopra, anche con un bel mazzo di misticanza.

Come tutte le ricette tradizionali ne esistono un mondo di versioni; io ho scelto questa, che mi è capitata sott’occhio e mi sono trovata benissimo, come potete evincere anche dalla foto di apertura. Ho sostituito i porri e lo scalogno, che non avevo, con le cipolline fresche, e visto che il latte che uso è già molto pannoso ho messo solo latte invece di latte e panna. Prima che arrivi il caldo fatela, fatela, fatela, ve la consiglio con tutto il cuore, è veramente buonissima.

Ingredienti:
5 patate medie (un po’ meno di un chilo)
60 grammi di burro (d’erba e fieno)
150 grammi di verza
2 spicchi d’aglio
mezzo litro di latte (erba e fieno come sopra)
pepe nero in grani
una decina di cipolline fresche

Per prima cosa lavate le patate strofinandole con la spazzolina, mettetele in una pentola che le contenga di misura coperte con acqua calda salata, portatele a ebollizione a fuoco medio alto, poi abbassate la fiamma e lasciatele cuocere una mezz’oretta o fino a che non riuscirete a infilarci facilmente una forchetta. Scolatele, lasciatele intiepidire appena e sbucciatele.

Tagliate a metà la verza, asportate il torsolo centrale, affettatela, tritatela grossolanamente con il coltello e dividetela in due parti uguali.

Mentre le patate cuociono sciogliete tre quarti del burro in un pentolino a fiamma bassa; aggiungete le cipolline fresche affettate e cuocete mescolando sempre, fino a quando non saranno appassite e fragranti, una decina di minuti circa.

Aggiungete l’aglio tagliato a fettine sottili e cuocete altri tre o quattro minuti, poi la prima metà della verza, e continuate a cuocere mescolando fino a quando non sarà appassita. A questo punto versateci nella pentola il latte e portate a ebollizione.

Raggiunto il bollore, mettete le patate (che potete anche semplicemente schiacciare con la forchetta, io ho usato lo schiacciapatate) e la verza rimanente, aggiustate di sale e pepe, trasferite il tutto in una ciotola bella grande (molto meglio già calda!), fate un buchetto sulla superficie del vostro colcannon e adagiateci il burro rimanente, che si scioglierà spandendo un profumo e un sapore delizioso dovunque.