Sono sommersa di cose pastonudose da fare di tutti i tipi, mercoledì dovrebbe venire qui una troupe a fare delle riprese (arghhhhhhhh!!!), giovedì c’è il corso lattoso-formaggioso da Ottagoni (mo’ vi dico meglio), abbiamo appena adottato il terzo gatto in tre settimane (ma si può!!?? Il fatto è che è strabello uffa!) e insomma casa sembra sempre di più un campo di battaglia. Non ho tempo di mettere in ordine e mi fa diventare matta vivere in questo casino. Chi come me ha un gran disordine dentro ha bisogno di pace almeno fuori.
zuppa di lenticchie piccante
Così faccio come da bambina: quando poggio la testa sul cuscino mi metto a immaginare quello che non ho: una specie di mamma-amica-cameriera-tata che metta in ordine quello che io incasino, che faccia il cambio degli armadi che ancora non ho potuto finire (e le tende!!! OMG devo lavare le tende!), che cucini quando proprio non ho tempo, che lavi e stiri e pieghi i panni, in modo che io possa permettermi di ritagliarmi un paio d’ore per stare con la minizac, o, che ne so, per leggere o ancora meglio pensare a nulla.
Mi sento in colpa anche solo a scriverlo, e la prima cosa che mi viene in mente è “quanti di voi hanno il mio stesso desiderio”? E quanto è ingiusto non poterlo assecondare? E come si potrebbe fare perché questo desiderio estremamente legittimo di vivere, invece di sopravvivere, potesse diventare realtà? Cosa dobbiamo cambiare nella nostra vita perché questo accada, concretamente, e possibilmente prima di diventare vecchi? Dobbiamo veramente rassegnarci, come ho sentito dire ultimamente, ad essere una generazione che ha vissuto unicamente per migliorare il futuro dei nostri figli? A pagare gli errori delle generazioni precedenti alla nostra?

Si sente dire spesso che in questo momento abbiamo una responsabilità, che dobbiamo scegliere se rendere la vita futura dei nostri figli serena o invivibile, ma questo futuro durissimo che pavento non è forse già il nostro presente? Forse non è per i nostri figli e per il futuro che dobbiamo combattere, ma per noi e per il nostro presente, adesso, subito. Io sono un tipo pratico. Io voglio vivere bene, serena, adesso. Sono disposta a sacrificare ciò che è comodo per ciò che è giusto anche se più faticoso, ma voglio che stiamo bene, tutti.

Rifiuto l’assunto che sia imprescindibile lavorare otto o dieci ore al giorno, a meno che questo non ci porti una tale gioia da non sentirne la fatica e si abbia però modo di stare con le persone che si amano per trascorrerci del tempo vero.
Rigetto il pensiero rassegnato che le malattie ci piovano in testa casualmente, e che vadano curate sintomaticamente, senza ricercarne le vere cause, a meno che non ci si trovi tra la vita e la morte e sia necessario intervenire immediatamente.
Ricuso l’idea che si debbano acquistare alimenti e oggetti che non sono quelli che vogliamo o non lo sono esattamente, o costano più di ciò che valgono, o sono stati ottenuti strozzando che li ha preparati o prodotti, perché sono gli unici a disposizione.
Contesto l’atteggiamento molto comune secondo il quale non c’è nulla da fare, che non è il singolo a poter cambiare una situazione e che in finale bisogna subire le scelte che altri fanno per noi.
E questo è solo l’inizio di un lunghissimo elenco di cose alle quali non ho alcuna intenzione di allinearmi. Sto cercando il modo di non farlo, sto cercando faticosamente il modo di vivere invece di sopravvivere, e appena l’avrò trovato ve lo dirò. Ah, ma lo trovo, eh. Intanto aggiorno in testa la lista delle cose che mi porterei se naufragassi su un isola deserta: un pacchetto di semi antichi, una pecora, una gallina e internet :-)
zuppa di lenticchie piccante
Questa zuppa l’ha preparata lo zac, che a furia di fare di necessità virtù sta sviluppando una vena culinaria che mai mi sarei aspettata, soprattutto per quello che riguarda i risotti e i legumi in genere. Devo ammettere che con le spezie ci prende più di me il ragazzo! Questo periodo per le lenticchie è perfetto, ne sento un gran bisogno (e piacciono un sacco alla minizac! Uau!). E in questo momento non so perché le preferisco anche a quelle decorticate (ricordate la zuppa speziata di due anni fa? Ha avuto un successone tra i pastonudisti!).
Vi lascio alla zac-ricetta, prima però voglio segnalarvi due cose: la prima è che il corso lattoso formaggioso da Ottagoni che dovevo tenere giovedì scorso è stato spostato (non sono stata bene! Succede anche a me!! Eccome se succede!) a questo giovedì, il 31 per la precisone: faremo cagliata, yogurt, ricotta, burro dalla panna, burro chiarificato dal burro, latte condensato e altre cose carine, quindi se ad Halloween vi trovate dalle parti di Trastevere verso le 19 e vi va di chiacchierare argomento latte (e manipolarlo pure), vi basterà prenotare scrivendo a ottagonifood@gmail.com oppure telefonando al +39.06.58335405, o direttamente a Silvia al +39.339.6306476 e poi dirigervi in via Goffredo Mameli 9, destinazione Ottagoni food! Se volete curiosare eccovi anche il link per l’evento facebook, se avete l’account. Anche per questo evento abbiamo pensato a un piccolo sconto per chi ha la tessera; normalmente costerebbe 40 euro, i soci ne pagheranno 35.
La seconda cosa è un evento importante (per me, ma magari può interessare anche a qualcuno di voi) che si svolge a Roma e che coinvolge un mio carissimo amico di un’amicizia che risale alla mia adolescenza. Lui si chiama Bruno Daniele ed è un formatore motivazionale, esercita a Napoli e tiene spesso seminari in giro per l’Italia. Non vi aspettate una roba tipo quelle americane assurde, si tratta di qualcosa di molto diverso (per fortuna).
La sua associazione si chiama “Stare bene per essere bene” (il nome per me dice tutto) e in questo seminario in particolare Bruno insegna un modo pratico per migliorare tutti gli aspetti della propria vita, relazioni, lavoro e salute. Il corso si svolge in via Marsala 22, vicino alla stazione Termini, sabato 16 novembre dalle 15.00 alle 20.00, e sarà ripetuto anche domenica 17 novembre dalle 9.30 alle 13.30. Costa 80 euro a persona, ma se portate almeno una persona pagate 60 euro a testa. Visto che mi trovavo gli ho chiesto una convenzione per i soci del pasto nudo e lui mi ha accordato il 20% di sconto! Per prenotare dovete inviare un’email a sengioi@libero.it oppure telefonare al +39.324.8648706 oppure al +39.347.9362010. Se avete l’account facebook trovate qui tutte le notizie. So che in questo momento è difficile spendere anche 10 euro, ma se avete la possibilità di farvi (o di fare) un regalo io credo che ne valga la pena.

Ingredienti:
160 grammi di lenticchie (non ammollate)
1 cipolla gialla media
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
mezzo bicchiere di vino bianco
1 peperoncino secco piccante
1 carota
un gambo di sedano
3 foglie di alloro
1 cucchiaino di curry
1 presa di sale marino integrale grosso
1 bacca di cardamomo
3 o 4 grani di pepe nero
1 spolverata di noce moscata
1 cucchiaino di semi di finocchio
1 cucchiaino di semi di cumino
prezzemolo gambi e foglie

Per prima cosa mettete a bollire da parte una pentola d’acqua.
Coprite il fondo di un’altra pentola con l’olio, affettate la cipolla sottilmente e tritate l’aglio e adagiateceli dentro, mescolando perché si intridano bene. Aggiungete anche le carote, il sedano, i gambi del prezzemolo e il peperoncino tritati con il coltello, poi l’alloro e tutte le altre spezie. Lo zac, al contrario della sottoscritta, è possibilista, e indica come alternativa alle carote e sedano un cucchiaino di dado in polvere, quello senza glutammato ovviamente!
Coprite con il coperchio e lasciate andare a fuoco morbido, in modo da far stufare il tutto; quando le cipolle tirano fuori l’acqua alzate la fiamma, aggiungete le lenticchie e fatele tostare; sfumate con mezzo bicchiere di vino mantenendo sempre la fiamma abbastanza alta, poi appena il vino evapora mescolate e versate acqua bollente fino a coprire.
Abbassate la fiamma, coprite e lasciate andare a fuoco dolce fino a quando le lenticchie sono cotte. Se dovesse asciugarsi troppo allungate con un altro po’ di acqua bollente. Servite molto caldo con due fettine sottili di pane fatto in casa (io lo preferisco tostato). E poi ditemi se non devo sposarlo :-)