Dopo che vi ho rotto le scatole per mesi sui mercati che avremmo organizzato, l’importanza di comprare dai piccoli produttori e sostenere la passione e la volontà ferrea grazie alla quale rimangono duri e puri, e la necessità di uscire una volta per tutte dai supermercati con i loro carrelli e i loro neon tristi e sconsolati, *forse* vorrete sapere com’è andato il primo Terrafondai, vero???? :-D
Beh, che dire. Se non che sono commossa, e orgogliosa dell’atmosfera che aleggiava tra i banchi dei nostri produttori sceltissimi e bellissimi; compratori e venditori erano cosparsi di sorrisi, i bambini giocavano insieme rincorrendo il cagnolino, dondolandosi sull’altalena, rotolandosi nell’erba e spiando divertiti le oche che facevano le loro cose strane.
Io svolazzavo da un banco all’altro fotografando e chiacchierando con i Terrafondai. Praticamente il paradiso (la mia parte misantropa l’avevo lasciata a casa in punizione). Una delle cose più belle di questi eventi è che finalmente riesco a conoscere de visu un sacco di persone con le quali di solito ho solo scambi elettronici, sui social e qui sul blog, o al limite al telefono. E che di solito conoscendole sono ancora meglio di quanto immaginassi. Quindi non tutti danno il meglio di se stessi in versione virtuale, ma guarda un po’!
Dovete immaginare questi mercati molto più ordinati e tranquilli rispetto a quelli ai quali siamo abituati. Di solito non c’è ressa (o almeno non ci sarà fino a quelli che organizzeremo sotto Natale! :-D), la gente gira tra i banchi osservando, assaggiando e chiacchierando con chi vende, facendo con calma domande e richieste sui prodotti esposti e sulle aziende in generale, e i produttori sono ben contenti di poter raccontare ciò che fanno e soprattutto *come* lo fanno.
Monica (che vedete qui sotto al suo banco) e Matteo ce l’hanno messa tutta per mettere a proprio agio gli intervenuti; i banchi erano sistemati su un prato verdissimo, il forno a legna abbrustoliva a tutto spiano fette di un ottimo pane di grani antichi fatto da un piccolo produttore locale, melanzane e altri ortaggi che poi sono stati serviti per il pranzo (ve l’ho detto che c’era anche la colazione a base di rotoli di marmellata fatti in casa da Monica?) :-)
Volendo essere precisi, il pranzo consisteva in quella che Monica e Matteo hanno chiamato la “merenda contadina”, vale a dire crostini e bruschette con creme autoprodotte di verdure, melanzane, fette di zucca e cipolle cotte nel forno a legna, frittate con farinelli, cicorie, ortiche e le altre erbe spontanee dell’orto, preparate con le uova delle galline che sgambettavano in loco, il tutto annaffiato con il vino naturale di casa.
Per il resto, c’era ogni ben di dio in versione autunno: conserve salate e dolci di tutti i tipi, compresi i pazzeschi pelati di Corte del Lupo, che personalmente adoro; biete biodinamiche di tutti i colori, salse per la pasta e per accompagnare formaggi e carne, salumi preparati con metodi rigorosamente artigianali, quindi, come dice il mitico Pollan, senza l’ombra di additivi che le nostre bisnonne non avrebbero riconosciuto :-D.
E poi zucche di ogni forma e colore, appoggiate sui muretti, occhieggianti dai banchi, comodamente sedute sulle panchine, fagiolini sottilissimi, dolci e croccanti, i primissimi finocchi, i primi cavoli neri, ancora scevri dalle gelate che li rendono ancora più gustosi e croccanti (ve lo ricordate con le fette e in versione pesto, vero?) :-)
Non poteva mancare la sezione artigianale, con la mitica Sofia e il suo inseparabile telaio sul quale tesse fili di alpaca, cashmere, lino, cotone biologico e addirittura ortica. Questa volta aveva anche delle bellissime borsette foderate, delle quali ovviamente mi sono innamorata… ma tanto con lei veramente c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sono l’orgogliosa proprietaria di questa meraviglia che rende i miei inverni cento volte più sopportabili :-)
Ma a parte la qualità indiscutibile del cibo (basta assaggiare per capire la differenza!) e dei manufatti, la cosa più bella di questo tipo di mercati è proprio il poter interagire direttamente con chi produce quello che mettiamo a tavola, farci due chiacchiere e instaurare un rapporto di fiducia, e spesso di amicizia, che secondo me è la base insostituibile di un’alimentazione veramente sana.
Avete mai riflettuto sul fatto che con i chiari di luna che si vedono all’orizzonte esiste la possibilità che a breve solo chi sarà in contatto fisico e reale con la terra avrà la possibilità di accedere al cibo vero, nutriente, fragrante, vivo, insomma a tutto il cibo degno di questo nome? E che queste persone con il loro lavoro stanno mettendo in piedi risorse sostenibili e accessibili per tutti noi?
Per me questa gente che ogni giorno, sfidando la prepotenza delle multinazionali, delle industrie, dei governi colpevolmente distratti, e insomma di tutto ciò che troppo grande per rimanere puro, si ingegna su come rimanere in piedi per fare un lavoro in cui crede e che ama sul serio, e di conseguenza lo fa nel miglior modo possibile, è la base sulla quale in un vicino futuro tutti potremo reggerci. Queste persone sono veramente eroiche, considerato il fatto che allo stato dell’arte del commercio si tratta di remare contro corrente con tutte le forze disponibili.
Se veramente vogliamo migliorare la vita nostra e dei nostri figli, se non vogliamo limitarci a chiacchierare e a postare frasi motivazionali di illustri conosciuti sui social, se insomma vogliamo veramente fare qualcosa di importante, non c’è bisogno di partire per paesi esteri o abbracciare cause internazionali.
Basta prendere la macchina, o i trasporti pubblici, o le gambe, muoversi verso il mercato contadino (uno serio, che non tutti lo sono) più vicino a noi, e acquistare dalle persone invece che dagli scaffali dei supermercati. Tutto qua. Se non siamo disposti a fare nemmeno questo, se ancora compriamo cibo confezionato che proviene da multinazionali senza scrupoli, allora almeno prendiamo coscienza di esserci arresi.
Vedo tanta gente che invece di prendere in mano i propri giorni preferisce vivere una vita parallela identificandosi con personaggi dei film o delle serie televisive; spesso sui social e nella vita reale finisco per aver a che fare con tanti cloni del Dottor House, per dirne uno. Anch’io adoro rilassarmi con quella roba, ma teniamo ben presente che questa abitudine rimane sana se poi viviamo anche la nostra di vita, se facciamo scelte coraggiose, se ci comportiamo da uomini e donne degni di questo nome, se facciamo la differenza.
Queste aziende, e chi compra da loro, facendo lo sforzo di cambiare le proprie radicate e rassicuranti abitudini, ecco chi fa *veramente* la differenza. Guardate le foto di questo post. Ogni singolo scatto parla di lavoro minuzioso e attento, amore per ciò che si fa, attenzione ai particolari e apertura verso l’esterno, verso il dialogo e verso la gente, conosciuti o sconosciuti che siano.
È un nuovo paradigma, un nuovo modo di vivere, che riprende qualcosa di molto antico, rivisitato e corretto secondo le nuove conoscenze e supportato dalla migliore tecnologia disponibile al momento. Per dire, anche con tutti i dubbi sulle onde elettromagnetiche, al mercato di Cerveteri abbiamo avuto un robusto collegamento wi-fi, offerto da NOInet, una piccola azienda del territorio con un progetto che vede la rete come bene comune, al quale tutti devono accedere a basso costo e alta qualità.
Bene, più o meno vi ho detto tutto; prima di chiudere vorrei fare un’ultima precisazione e annotare i produttori che erano presenti a questo primo mercato, a imperitura memoria. Il chiarimento è relativo a una strana deriva che vedo spesso circolare sui social e dal vivo: no, non si compra dai piccoli produttori perché i prodotti costano meno rispetto a quelli dei negozi.
A volte costano meno, è vero, perché si tagliano i vari passaggi dal produttore al venditore e i costi di gestione dei punti vendita, ma sempre costano il giusto, e dipende molto dal tipo di prodotto di cui si parla: per dire, il grano e la farina di un piccolo produttore che semina grani antichi e non si avvale di pesticidi e concimi di sintesi sarà sempre più costoso di quello del supermercato, anche se proviene dal Canada e il trasporto costa molto di più. Chiedetevi (o chiedetemi, io sono qui) perché!!
scatto fotografico Massimo Gori
Altra cosa, non fatevi imbambolare dalla leggenda che ortaggi e frutta naturali sono piccoli, brutti e stortignaccoli perché “il bio si riconosce da quello”. Ma per carità. I prodotti naturali sono belli come e più di quelli convenzionali; l’unica differenza è che magari non sono gonfi (d’acqua, ve l’ha spiegato qui sul blog nientedimeno che Alex Podolinsky il perché) e non sono lucidi perché in natura il lucido non esiste, con qualche eccezione, forse per melanzane e pomodori.
La frutta piccola e bacata capita, me la portano spesso amici contadini dei dintorni. La parte sana si usa per marmellate e conserve, il resto, abitanti compresi, è perfetto per il compost. Ricordate che la frutta mangiucchiata è spesso la migliore, insetti e uccelli mica sono scemi! Tutto ciò che ha muffa invece, riportatelo al mittente. La muffa non va bene. Chiaro? :-D
Chiudo ricordandovi i produttori che erano presenti a questa edizione di Terrafondai (stiamo lavorando sulla numero due, a Roma, a metà novembre, voi incrociate le dita): di Fili di Sofia, Corte del Lupo e del Laborante, che ci ospitava, vi ho già detto; nelle foto vedete anche Anne Line della Fattoria Ma’Falda, con i loro favolosi salumi di capra e formaggi a latte crudo, Antonella di Sapori di Ieri, con le sue nocciole, conserve e salse (Antonella, le nocciole le ho già finite, che famo? :-D), Luca di Vi-no, che ha portato i vini assolutamente spettacolari che vedete nelle foto, e che non sono riuscita a fotografare perché era sempre in chiacchiera agli altri banchi :-D, e Giampiero Filippi, con le sue verdure biodinamiche, delle cui fragole vi ho raccontato qualche tempo fa in questo post.
C’ero pure io con il mio banchettino pastonudista fatto di erbe aromatiche, pastonudolibri, postazione per diventare soci sul posto e chiacchiere consapevoli (e, dopo una certa ora, anche un po’ brille) come se piovesse. Che dire. Terrafondai è appena nato ma ha molta voglia di crescere! Vi aspetto ai prossimi, voi rimanete collegati attraverso la pagina dedicata o nel gruppo riservato ai soci del pasto nudo su Facebook, o se siete tra quelli non social, scrivetemi una mail! :-)
ciao Izn! per favore, venite anche a Cuneo!!!