In fatto di alimentazione stiamo diventando un po’ tutti masochisti. Le prove ve le sto dando un poco alla volta su questo valoroso sito: l’insignificante Philadelphia invece di una deliziosa Robiola; le fette biscottate, che tali non sono, invece di una bella fetta di pane a fermentazione naturale; la margarina finto burro al posto del burro vero; il latte magro o arricchito di omega-3 con l’aggiunta di olio di pesce invece di un gustoso latte intero bio o biodinamico; le bevande colorate e dolcificate con edulcoranti invece di un autentico succo di frutta, ecc. ecc. ecc.
L’eziologia di questa “sindrome da masochismo alimentare” è, per usare il medichese, multifattoriale, cioè sono diverse le cause che la provocano, ma la madre di tutte è il terrore, che ormai ci attanaglia, delle calorie e del grasso che fanno ingrassare (e pensare che il grasso, se è di qualità e nella giusta dose, nutre e dà sapore), del glutine e del lievito che danno intolleranza e difficoltà digestive, e di tant’altro ancora di commestibile che attenterebbe alla nostra linea e/o salute.
E l’industria alimentare cavalca questa psicosi collettiva. Come? Producendo alimenti di scarsa qualità che, come il lupo sotto le mentite spoglie della nonna di cappuccetto rosso, si fingono leggeri, delicati e salutari, mentre in realtà sanno di poco, non nutrono affatto e talora possono anche essere nocivi.
Lo slogan che Scotti s’è inventato per le sue gallette di riso (battezzate vezzosamente dal medesimo “risette”) è emblematico: “sono per chi cerca la leggerezza senza rinunciare al gusto”. Parole senza senso per i consumatori attenti ma che hanno facile presa su quelli sprovveduti.
Ed è proprio delle gallette di riso che voglio parlarvi oggi. D’acchito vi dico che ogni volta che qualcuno mi confessa che è solito consumare prodotti del genere al posto del pane, mi appare davanti agli occhi l’immagine di Totò in un film, di cui non ricordo più il titolo, che per la fame addentava una spugnetta di plastica divisa in due a mo’ di sandwich e spalmata di sapone. Poi dalla bocca dell’affamato Totò non potevano che uscire bollicine di sapone.
Il nome stesso, galletta, dà tristezza perché così si chiamava quel pane secco e a lunga conservazione che si dava ai soldati che andavano in guerra o ai marinai che partivano per lunghi viaggi negli oceani. Ma noi, che ormai spilluzzichiamo gallette tutto il santo giorno, contro chi siamo in guerra? Contro noi stessi ovviamente e contro la fame che ci divora per il succitato masochismo alimentare.
Mi dicono: “sì le mangio perché penso mi facciano bene, però sanno di polistirolo”. Che le gallette facciano bene è discutibile ma che sappiano di polistirolo è una sacrosanta verità.
E non potrebbe essere diversamente visto che la tecnica per produrle è la stessa che si usa per produrre la plastica. Incredibile! La tecnica si chiama estrusione, solo che cambia la materia prima, invece dei composti chimici da plastificare, s’impiegano chicchi di riso (o altri tipi di cereali e semi).
Questi vanno in una macchina, l’estrusore appunto, dentro la quale sono sottoposti ad un’elevata temperatura (sui 200 gradi) e ad un’enorme pressione, pari a 10 volte quella atmosfera (tradotta in peso, sono tonnellate/metro quadrato!).
Il passaggio nella macchina è rapido, poi il cereale, stritolato per bene, viene spinto fuori attraverso minuscoli fori. La differenza di pressione tra l’interno e l’esterno della macchina fa gonfiare il cereale. La galletta è pronta. Con lo stesso processo si fabbricano i vari prodotti espansi per la prima colazione tra cui i tanto amati corn flakes.
Qual è il valore nutrizionale di queste gallette? Sorpresa: a parità di peso hanno quasi il doppio delle calorie di un buon pane integrale. Poi le analisi hanno appurato che il trattamento ad alta temperatura fa perdere quel poco di lisina che c’è nei cereali (perché questo amminoacido, uno di quegli essenziali per il nostro organismo, va a legarsi al glucosio che si origina dall’amido per effetto della reazione di Maillard), e che distrugge anche buona parte delle vitamine.
Un aspetto ancora poco chiaro riguarda l’amido. Ci sono indizi che fanno pensare che, dopo il trattamento di estrusione, esso sia più digeribile perché gelatinizza. Il rovescio della medaglia è che un amido che si digerisce rapidamente può avere un alto indice glicemico, quindi è da consumare con parsimonia. Aleggia anche il sospetto che, per le condizioni estreme di temperatura e pressione all’interno dell’estrusore, si formi acrilamide, una sostanza riconosciuta come cancerogena.
Insomma, se state rinunciando al pane in favore delle gallette di riso perché pensate che queste siano più dietetiche e salutari, state probabilmente facendo un sacrificio inutile e forse addirittura dannoso.
Se invece siete davvero intolleranti o allergici al lievito (ma per la mia esperienza pazienti del genere sono rari come le mosche bianche), perché non farvi in casa delle saporitissime focaccine con farina di grano o di altri cereali? Chi ha la bontà di seguire questo mio consiglio, poi mi ringrazia.
Infine se siete allergici o intolleranti al glutine (evenienza quest’ultima, ahimé, piuttosto frequente) potete farvi focaccine mescolando farine di cereali diversi dal grano, come riso, mais, miglio, di falsi cereali come grano saraceno e amaranto o di castagna.
Provare per credere. In casa ne facciamo di sottili sottili e senza nemmeno il lievitante chimico. Ci vogliono pochi minuti, quindi niente scuse, il tempo si trova. Possono sostituire il pane e farcite con della buona marmellata o, perché no, con una crema di nocciola o cioccolata (di quelle buone ovviamente che potete trovare in un negozio bio), mi ricordano le meravigliose crepes che consumavo a Parigi al tempo in cui ero un giovane ricercatore, squattrinato sì, ma ricco di speranze ed entusiasmo.
Anche volendo sorvolare su quanto di negativo ho detto finora sulle gallette, vero o presunto che sia, c’è comunque da riflettere su due aspetti molto concreti.
Primo, questi prodotti costano circa 10 euro al chilo, vale a dire molto di più di una pagnotta di buon pane. Secondo, l’estrusione è un procedimento che tratta i preziosi chicchi di cereali che madre natura ci regala con temperature e pressioni estreme che nessuna pratica di cucina adotta. Vuoi che il nostro organismo non se ne accorga e ne soffra?
Dovrebbe bastare questo per dire no alle gallette di riso o di qualunque altro cereale. Se ci fosse buonsenso, ovviamente.
“Secondo, l’estrusione è un procedimento che tratta i preziosi chicchi di cereali che madre natura ci regala con temperature e pressioni estreme che nessuna pratica di cucina adotta. Vuoi che il nostro organismo non se ne accorga e ne soffra?”
Al di là dell’articolo, che ho letto con interesse come ex-accanita mangiatrice di gallette di riso (e mais), quest’ultima frase mi ha conquistata…
Grazie caro Prof. per quest’articolo davvero interessante! Anch’io in passato ne mangiavo parecchie, probabilmente perché affetta da quella “sindrome da masochismo alimentare” di cui giustamente parla…
Dato che mi piace tutto quello che è croccante, oggi preparo in casa una specie di crackers semplici semplici con farine varie, acqua e olio d’oliva. Le sue focaccine mi hanno incuriosita e mi hanno fatto venire una voglia!!! :-) Ma lei dove le cuoce, in forno o in una padella tipo le crêpes?
Grazie ancora e felice giornata,
Simona
..un blog che appare ´na bomba..ora vado di fretta frettissima ma che mi ha fatto una grande impressione volevo dirtelo subito..tornero`e nn e´una minaccia..buonadomenica ( qua piove as usual…grr..)
brava!!
Tante utili informazioni che mi fanno riflettere e pensare tra me e me “ma come non ci ho pensato anch’ io?” Un grazie da una masochista affetta da sindrome della galletta di riso miracolata. Provo le sue focaccine, sicuramente saranno deliziose.
Grazie Prof per questi preziosi dettagli sulle gallette di riso che francamente ignoravo.
Credo che comunque il successo delle gallette sia da attribuire soprattutto allo “scrocchio”… perché se restano per caso fuori dalla confezione sigillata (magari una notte un pò umida) sono veramente immangiabili… e si rivelano quel che sono: riso scoppiato troppo cotto.
Complimenti per l’articolo splendido, ancora una volta “apri-mente”!. Abito a Latina e ho avuto la fortuna di conoscere di persona il Prof ad un suo seminario sull’alimentazione svoltosi poco tempo fa a Ninfa: interessantissimo! A proposito a quando gli altri incontri? Patrizia da Latina.
Articolo ottimo: appena ho un minuto lo linko sulla mia pagina di facebook perché in tante, troppe donne cascano nel tranello del “POCHE CALORIE = PIU’ SANO”. Sconsiglio sempre a tutte le mie pazienti di mangiare gallette di riso o mais, spiegando dell’indice glicemico e accennando alla tecnica di preparazione, ma dopo aver letto queste righe avrò più competenza per parlare. Finora è stato un generico “…e poi vengono sottoposte ad elevatissime temperature che impoveriscono di nutrienti e alzano l’IG…” :)
Grazie!
buongiorno, potrei avere un approfondimento sui corn flakes? anche questi possono risultare dannosi? i miei figli per colazione ne consmano in quantità industriale, specialmente quelli al cioccolato (barchette , palline etc). grazie
Grazie dell’interessante articolo, personalmente ho assaggiato una volta sola questa gallette (polistirolo, davvero, buono solo ad imbottire i pacchi) e poi per non buttare la confezione, le ho sbriciolate dentro budini e dolci vari
Sul pane azimo in vendita invece? A me piace di sapore (non ha sale), perchè “scrocchia” e perchè con i fomraggi spalmabili tipo zola o brie e noci secondo me è buonissimo (certo, non dietetico)
Ho provato a farlo in casa (insomma, è pane senza lievito) ma il risultato non è stato granchè, quello in vendita che lei sappia è di qualità?
@Laura: non so cosa ti risponderá il prof Giannattasio (anche se me lo immagino ;-)), ma ricordo una delle semplici e divertenti regole di Michael Pollan, letta qualche anno fa, e che non ho piú dimenticato: “Non aggiungere al latte cereali che ne modificano il colore” :-))))
anche se i miei preferiti rimangono: “mangia cibi con ingredienti che un bambino saprebbe disegnare” e “meno gambe ha un cibo, meglio é”.
Ma perché nelle scuole non insegnano ai bambini UNA regola di queste al giorno (o alla settimana…)? Chissá, sará troppa fatica…;-)
Eccoti anche un link interessante sui cereali.
sono d’accordissimo in ogni singola riga ma per non apparire troppo priva del senso del sè aggiungo anche un’altra cosa, leggermente complottista, approfittando di questo meraviglioso spazio: sono convinta da sempre che la tendenza in atto, nelle società di massa come la nostra, sia quella di abituarci al brutto e al triste, tradotto in ambito alimentare al finto, al senzagusto, al punitivo, ecc ecc… allo scopo di abbruttirci ed abituarci all’odio (se reciproco poi, meglio). Perchè si sa, l’unione fa (farebbe…) la forza.
Gulp!… se penso a quante (e per quanto) ne ho mangiate….!!!! Che dire? Grazie prima di tutto, Professore! Avendo superato da un pezzo i 40, anzi ormai più verso i 50…, ho da tempo ridotto l’uso del grano, soprattutto la sera a favore…. delle gallette di riso e quant’altro, da oggi… “maledette”!!! Non mancherò di parlarne coi miei “fornitori” (erboristeria, Naturasì, Macrobiotici).
Un caro saluto e…. gulp…(tanto bella quanto “indigesta” questa bella lezione del prof. Giannattasio!). Silvia
Le gallette di riso non ho mai voluto neanche sentirle, ma ora, con un allergia alimentare ai grani vari (non al glutine), potendo utilizzare quasi solo la farina di riso ed avendo provato a fare pagnottelle in casa di un sapore terribile, mi sono vista costretta a mangiare gallette di riso come sostituzione del mio amato pane. Ora, dopo avere letto il suo articolo, che farò? Può dettagliarmi un po’ meglio come fare queste buonissime focaccine? Grazie, Adriana
@Simona G: Mia moglie mi dice che usa una piasta metallica per crepes che ha comprato dagli indiani. Anche la ricetta è indiana: farina, acqua, un cucchiaio d’olio, un pizzico di sale e di bicarbonato. impasto e via sulla piastra. A me piacciono sottili sottili quindi con impasto molto sciolto. Ma che dice la Sonia, sempre piuttosto ciarliera che ancora non si è fatta sentire sull’argomento? Ci dobbiamo preoccupare?
@Pat: L’incontro è già fissato nella stessa sala di Ninfa (sala Pantanello) alle ore 10 del 22 settembre. Colazione al sacco come l’altra volta e contiamo di finire verso le 16. Si parlerà della triade maledetta: glicemia, colesterolo e ipertensione che sono la spia che qualcosa nell’alimentazione non va e che fa guadagnare tanti soldi alle case farmaceutiche quando a volte basta cambiare poco nella dieta e nello stile di vita per raddrizzare la barca. Mi raccomando, che ognuno di voi porti un’amica giovane o una coppia giovane che ha bambini piccoli o ne vuole mettere al mondo.
@Laura, Laura: Ma come, non solo cornflakes a bizzeffe ma anche a forma di barchetta e di palline! Qui la questione non è tanto se i corn flakes facciano bene o male (comunque è bene sapere che i corn flakes sono nati in America in seguito ad un errore del Dott. Kellogs che si era dimenticato dei chicchi di cereali sul fuoco (l’ho raccontato in un numero di Valore Alimentare che spero Sonia trovi per darvi le coordinate), poi se uno ne mangia tanto e sono pieni di zucchero, sì che fanno male. La questione di fondo, se ho capito bene, è che i suoi figlioli pensano o sono stati educati a pensare che mangiare sia un gioco. Io invece sono dell’avviso che mangiare, come produrre il cibo, sia un atto sacro di cui tutti dovrebbero tener conto. Una volta si pregava prima di iniziare il pasto per ringraziare la divinità del dono che ci stavano facendo. Sicuramente il nostro atteggiamento blasfemo verso il cibo è fomentatato anche dai tanti spettacoli televisivi in cui si vedono torta, uova, pomodori, tirati in faccia volgarmente per far spettacolo (penosissimo). Incominci ad abituare i suoi figlioli al pezzo di pane buono e profumato che lei stessa provvederà a tagliare con le sue mani ed in loro presenza (una volta le mamme tagliavano il pane appoggiandolo a seno, un’immagine che evocava il passaggio dal latte materno al pane alimento primario). Per me questo è il gesto sacro con cui tutte le famiglie dovrebbero iniziare la giornate. Sarà difficile, ma è necessario, se vogliamo riacquistare un rapporto col cibo che sia allo stesso tempo educativo e nutritivo.
@LauraD: Il pane azzimo lo ritengo un ottimo pane. Ma in circolazione ci sono pani azzimi che tali non sono. Chieda lumi alla Sonia per sapere come fare un buon pane azzimo.
@Claudia: Nella scuola non si insegnano le più elementari regole alimentari forse perchè così si potrebbero ledere gli interessi di qualcuno. Io sono stato per due anni in una commissione per le mense scolastiche e ne ho viste e sentite. Ero ovviamente la pecora nera della Commissione fatta tutta da professori universitari di alimentazione. Io sostenevo la necessità di introdurre il biologico nelle scuole. Mi consideravano uno stregone ma non dicevano come altri che faccio i riti vudu con i corni di mucca (a proposito un mio lavoro sul corno letame è stato appena pubblicato su una rivista scientifica internazionale).
@Antonella: D’accordo su tutto ma quello dell’odio forse è un po troppo.
@Pat. Dimenticavo di dire che l’adesione all’incontro del 22 sttembre va comunicata a: qualitas.cibi@libero.it
Le gallette di riso l’ho sempre detestate, come non ho mai dato il riso soffiato ai miei cani, lo trovo davvero troppo chimico.
Il problema è che per poco tempo a pranzo mi capita spesso di mangiare crackers.
Avete una ricetta di crackers semplici da fare?
Sono allibita per tutto quello che leggo. davvero bravi e grazie per tutte queste utilissime spiegazioni a presto
@Matteo Giannattasio Cro prof. noi la preghiera la facciamo prima di ogni pasto e il pane lo facciamo in casa ogni settimana con il lievito naturale, ma ahimè non è sufficiente e neanche l’esempio dei genitori li invoglia a cambiare abitudine a colazione. l’unica è non comprarli più…grazie per l’attenzione
bellissimo articolo e veramente interessante.. quante cose che stò scoprendo sull’alimentazione grazie ai tuoi articoli….. bravissima ….. grazie . Le gallette cmq è tanto che ho smesso di mangiarle..
Gentile proff. Giannattasio,
Il suo articolo mi ha scatenato molti dubbi anche sui cereali soffiati di provenienza biologica, perchè, se non ho capito male, è il procedimento di soffiatura a privare il prodotto finito del suo valore nutrivo? Ma quante cose non sappiamo sul cibo che mangiamo? È come precipitare in un pozzo senza fondo! Grazie per il tempo che Lei, Sonia e gli altri Pastonudisti dedicate a rallentare la caduta.
“Sorpresa: a parità di peso hanno quasi il doppio delle calorie di un buon pane integrale.”
Beh ma le gallette pesano mooolto meno del pane integrale, no?
Intendo dire che una confezione di gallette pesa intorno ai 100g, e la consumo in 4 pasti circa… 100g di pane mi sa che non mi bastano per una sola cena…
A me tra l’altro le gallette piacciono, specialmente quelle di mais o quelle multicereale… ma come voi nutro delle perplessità sulle modalità di produzione / lavorazione.
@Lela: Esatto, è il procedimento di soffiatura a privare il prodotto del suo valore nutritivo (e a dargli quella consistenza da polistirolo espanso). Vale anche per i prodotti biologici.
@cordialmente: Mangiare 100 grammi di gallette in 4 pasti significa mangiarne 25 grammi a pasto. 25 grammi di gallette danno il doppio delle calorie di 25 grammi di pane. Se a Lei piacciono le gallette di mais, niente di male, ma vuoi mettere il gusto e la fragranza di un pezzo di pane fatto come si deve con quello delle gallette! E poi il prezzo. Prezzo orientativo di 100 grammi di gallette: 1 euro (per chilo 10 euro). Prezzo orientativo di un 100 grammi di un buon pane: 50 centesimi (per chilo 5 euro).
Egr. prof., lei ha perfettamente ragione, ma io ADORO il pane, quello buono qui lo fanno in pagnotte grandi e se lo compro in un giorno me lo pappo tutto! Così, causa dieta, verto su pane carasau o gattau. Così ne mangio poco. Che ne pensa di questa tipologia di pane? Grazie se potrà rispondermi. (Non mi dica di comprare pane e mangiarne poco, davvero non posso, non ci riesco…)
Prof. cosa ne pensa di una sorta di “pane veloce” che ho messo a punto (a occhio, non misuro le quantità) dopo aver letto fin qui i post pastonudisti: farina non raffinata macinata a pietra (un mix di 3 tipi di grani antichi che acquisto già pronto e confezionato dai macrobiotici a Bologna), con acqua buona q.b., un pizzichino di bicarbonato, una presa di sale marino integrale, un po’ d’olio di oliva e. v. spremuto a freddo, fino a ottenere una palla soda ma morbida, lavorata un po’, e lasciata riposare almeno una mezz’oretta prima della cottura. Faccio tante palline (da ping-pong eh! eh!) e poi col mattarello le spiano (a modi piadine insomma), e le cuocio molto velocemente sia da una parte che dall’altra per non più di un minuto totale su padella di rame e acciaio, a fuoco medio-vivace.
Attendo Sua valutazione/parere Prof. Giannattasio,, ancora sconvolta (non scherzo!) dalle notizie sui cereali bio “estrusi”… SIGH!!
Che dire allora della pizza fatta in casa nel forno elettrico? Io l’ho sempre cotta al massimo del calore che credo sia 250 gradi…….? Più o meno i gradi dell.’…”ESTRUSIONE”…?
Grazie!
@Graziella Carnevali: Io penso che il suo pane sia lievitato con lievito di birra perchè questo contiene tanto glutammato da fare concorrenza a quello che si usa come additivo. Ritengo che un buon pane quasi integrale con lievitazione naturale non spinga alla pane-dipendenza. Spero che il suo pane non sia di quelli che poi uno ne mangia tanto, si lamenta dei gonfiori e poi si convince erroneamente che c’ha l’intolleranza. Nulla da dire sul pane sardo (ma quanto ne mangia di questo?)
Silvia N.: Bene così, importante è la sfoglia sottile, così il calore che arriva anche dentro lo cuoce per bene rendendolo più digeribile (il bicarbonato non predigerisce minimamente il glutine e l’amido). Anche noi in casa, in mancanza del buon pane a pasta madre preferiamo fare come lei. Un po’ di farina impastata con bicarbonato e al forno in sfoglie sottili. Con burro e marmellata è la fine del mondo. Comunque il grano è più contento quando si sposa con la pasta madre; solo così dà il meglio di sé in termine di digeribilità e salubrità, altrimenti qualche gonfiorino di stomaco si fa sentire se si abusa.
Grazie per la risposta, che purtroppo ho visto solo oggi (e dire che mi ero iscritto ai commenti… qualcosa non ha funzionato). Comunque continuo a preferire le gallette, nel senso che ok, avrò anche il doppio delle calorie, ma ne mangio un quarto o anche meno, quindi da quel punto di vista ci guadagno cmq… Certo che il pane è più buono, è proprio per quello che ne mangerei di più! Per quanto riguarda i costi, le compro in offerta quando le vendono a meno di 5 euro al kg al supermercato vicino casa, e sono anche bio. Inoltre c’è da considerare che le gallette non mi vanno mai a male, mentre di pane se ne avanza sempre un po’ e poi bisogna riciclarlo come pangrattato o altro, insomma è più facile – perlomeno per me e mia moglie – evitare sprechi con le gallette. Cosa veramente mi manca è la scarpetta… ahimè!!! Saluti!
io adoro le gallette di mais e riso, quelle leggermente salate. Dopo aver letto l’articolo di Sabine Eck sul perché piacciono tante le patatine salate in busta so anche perché: lo scrocchio e il sale. Non le uso però come sostituto del pane, piuttosto come tanti altri tengono in borsa un pacchetto di crackers per una fame improvvisa fuori casa. E penso che tra i due – cracker commerciali o galletta bio, la vince comunque la galletta o no? Tralasciando che senza dubbio esistono alternative migliori ma non così comodi da tenere in borsa sempre…
Sarà tutto vero come dite..ma io con 2 gallette (16 grammi) e una scatoletta di tonno tiro tutta la mattina..viceversa per saziarmi con il pane ce ne vogliono ALMENO 100 grammi!!
Ciao,fosse solo questo!!!!
E l’arsenico trovato in 10 confezioni di marche italiane di gallette,dove lo mettiamo??
Grazie grazie grazie!
“Qual è il valore nutrizionale di queste gallette? Sorpresa: a parità di peso hanno quasi il doppio delle calorie di un buon pane integrale” ….con la differenza che 100 grammi di pane sono un boccone… 100 grammi di gallette sono un pacco intero… ma chi se lo mangia un pacco intero di gallette? Ne bastano un paio con due bicchieri d’acqua e sei sazia per ore. Basta con queste crociate salutiste… come se preferire cibo grasso fosse un bene per la salute… ognuno sceglie cosa mangiare e quanto. Se una persona è attenta alla linea non va demonizzata… e ugualmente il contrario, se una vuole mangiare e se ne frega del peso buon per lei. Gli eccessi come sempre vanno condannati… ma scrivere che le gallette potrebbero essere cancerogene con tutto quello che ci respiriamo in mezzo al traffico, per non parlare della gente che fuma… sinceramente è ridicolo.
@Gin80. Beh, 100 grammi di pane, non sono proprio un boccone a meno che lei non sia vorace come un coccodrillo! Nessuna crociata salutista la nostra, ma soltanto il desiderio di riaffermare il valore del buon cibo , ma se a Lei questo non interessa non c’è problema. Se le piacciono, le mangi le sue gallette, ma penso che non può non tener conto che due gallette con i due bicchieri d’acqua non saziano, come lei dice impropiamente dice, ma gonfiano soltanto. Saziare vuol dire soddisfare il senso di fame, gonfiare invece serve solo a reprimerlo con l’inganno. E la repressione di qualunque natura sia, è sempre un atto deleterio. Nel caso della fame potrebbe portare ad un senso di in-soddisfazione, appunto. Spero tanto che un giorno anche Lei si sazi con delle belle crepes o piadine fatte con le sue mani . Sono squisite. Vedrà che si sentirà più soddisfatta(o) e più conciliante.
Buonasera prof., le fette tipo WASA sono assimilabili alle gallette ? ne ho comprato una confezione da un negozio bio, sono tedesche e nell’unica parte tradotta, vengono definiti crackers…ma a questo punto ho il dubbio che possano essere sorelle della galletta….grazie
ma invece la ricetta per fare le focaccine sottili e senza nemmeno il lievitante chimico, ce la può dare?
grazie
saluti giorgia
Concordo con quanto scritto nell’ articolo , nel senso che il principale comune terrore è quello di ingrassere. Purtroppo io stavo male di stomaco e mi gonfiavo così tanto da lievitare..così dopo una visita a ccurata da un’eccellente nutrizionista sono finita anch’ io a mangiare le famose gallette di riso senza glutine. Non sono il massimo della vita però sto bene, finalmente mi sento bene. E’ vero che hanno un costo elevato e questo è un grosso deficit, ma dal momento che avevo questo disturbo davvero doloroso ora sono disposta a spendere qualche euro in più, con la speranza che prima o poi la mutua passi determinati alimenti a chi veramente ha delle patologie.
@Ilaria. Sono contento che lei abbia risolto i suoi problemi con le gallette di riso. Mi chiedo soltanto se non ci potesse essere un’alternativa più naturale e… più economica. Ma non sapendo quale fosse stata la causa del suo gonfiore ovviamente non si può dare una risposta. Sono arrivato alla conclusione, anche sulla base della mia esperienza professionale, che la galletta di riso cui molti ricorrono, possa essere sostituita da altri prodotti più degni di essere definiti alimenti. Ma perchè non ci chediamo come risponde il nostro organismo, appena ci mettiamo a masticare qualcosa che ha la consistenza del polistirolo e un’assenza quasi totale di sapore. In fondo la natura ci ha dotato di olfatto per odorare, occhi per vedere e gusto per assaporare mentre mangiamo Un prodotto, come la galletta di riso, che non ha odore, non ha colore, non ha sapore, non è un alimento, ma un riempistomaco e basta E il nostro organismo abituato per millenni al cibo che ha sapore, odore e colore, potrebbe anche soffrirne alla luinga. O no? Un cordiale saluto.
P.S. Non faccio crociate, ma vorrei tanto che riflettessimo un po’ di più sulle nostre scelte alimentari. Se no autorizziamo l’industria alimentare a fare nei nostri riguardi ancora peggio di quanto sta facendo.
Ciao Izn, sono Chiara! Posso linkare questo post sulle gallette di riso sul mio blog?
@Caccivia: Ma certo cara! :-)
ciao IZN o prof. Giannattasio, tempo fa scrivevo questa domanda :
27 aprile 2013 alle 18:37
Buonasera prof., le fette tipo WASA sono assimilabili alle gallette ? ne ho comprato una confezione da un negozio bio, sono tedesche e nell’unica parte tradotta, vengono definiti crackers…ma a questo punto ho il dubbio che possano essere sorelle della galletta….grazie
Ho provato a cercare una risposta sulla rete ma non l’ho trovata :-( Mi potreste chiarire il dubbio ? grazie.
Io le usavo nel tè verde le mattine che volevo stare più leggero o quando avevo un po’ di diarrea oppure le mangiavo così o intingevo giusto un po’ quando sentivo un po’ di bruciore di stomaco. Non usavo il pane non perché fossi condizionato dalle pubblicità ma semplicemente perché essendo salato non sta bene nel tè e le ritengo comunque più digeribili delle fette biscottate che avendo confrontato l’effetto sullo stomaco e dato che contengono per giunta glucosio e immerse nella acqua la rendono torbida mentre le gallete di riso no. Ora uso più la frutta o al limite latti tipo di mandorle casalinghi a colazione e non le sto usando più. Non hanno questo gran sapore ma non per niente sono solo delle gallette e comunque quelle più pubblicizzate sono poi quelle col sapore più cattivo. Un impiego ghiotto lo possono avere bagnate col succo di fragola e con cioccolato bianco fuso e fragole sopra e un altra fetta bagnata di succo di fragola sopra, messe in frigo perché da fette inzuppate si tramutino in fette morbide ma al dente
La quantità di calorie per 100 grammi non significa un fico secco: il riso o altri cereali ne contengono di più del pane, ma da un punto di vista nutrizionale sono di gran lunga superiori al pane, che è classificato come carboidrato processato (e raffinato, se il pane non integrale), ben più dannoso di qualche caloria in più.
Gentilissimo Sig. Giannattasio,
mi chiamo Roberta e le scrivo da Oryza, azienda produttrice di gallette nel vercellese. Mi spiace molto leggere questo suo post. Vi sono però diverse inesattezze che mi permetto di farle notare. La galletta di riso o di cereali in genere non è affatto un estruso. Esistono in commercio prodotti simili ma solitamente non portano il nome di gallette.
Ci tengo comunque a farle notare che non solo i materiali plastici vengono fatti per estrusione, ma anche, ad esempio la pasta, quindi occhio a far passare il concetto di estruso=schifezza: non è così.
Al contrario le gallette vengono cotte, con lo stesso concetto che si usa per fare i pop corn. Non vengono aggiunti coloranti, edulcoranti, lieviti, nulla. Si tratta di un prodotto 100% naturale e formulato al 100% con materie prime naturali. Ovviamente la qualità di un prodotto così costituito è indissolubilmente legata alle materie prime scelte.
In Oryza, questo controllo è maniacale. La nostra struttura ci consente di avere una filiera controllata e certificata sul mondo del riso: la nostra è una produzione a km 0.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali delle nostre gallette, saremmo lieti di condividere con lei le analisi che continuamente facciamo e che dimostrano, ad esempio, come il profilo zuccherino delle gallette di riso sia inferiore rispetto a quello della materia prima stessa, rendendolo un prodotto adatto anche ai diabetici.
Per qualunque informazione non esiti a contattarci.
Grazie
Roberta – Oryza srl
@Oryza. Gentile Roberta, grazie del suo intervento. Prima di rispondere ai punti da lei sollevati, le chiederei di dirmi: a) come si chiamano i prodotti simili alle gallette di riso esistenti in commercio che vengono ottenuti per estrusione; b) a quale temperatura e a quale pressione si ottengono i suoi “pop rice”; c) con quale sistema i singoli pop vengono assemblati per farne una galletta. La ringrazio.
Subito!
a) poiché si tratta di prodotti che possono assumere diverse forme, hanno nomi diversi. Sul mercato si trovano come nuvole, ali, bolle, cracker, chips, fiocchelle di riso. La forma più comune è quella del “cracker” o della mini galletta. La differenza sostanziale la fa la presenza di “bolle” che costituiscono il prodotto. Tipicamente nella galletta sono riconoscibili i chicchi di cereali esplosi, mentre nei prodotti estrusi si vede come una “schiuma” di prodotto.
b) purtroppo non esiste una temperatura/pressione standard. Dipende dal cereale e dal prodotto che si sta facendo. Le gallette non sono tutte uguali, possono essere fatte di cereali integrali o meno, con altezze e cotture molto diverse tra di loro. Indicativamente, si parla di temperature intorno ai 150° per pochi secondi.
c) non si tratta di esplosione di singoli grani poi aggregati, ma di esplosione all’interno di forme, come stampini. In pratica è come se lei cercasse di far esplodere del pop corn all’interno di una formina per biscotti piccola e coperta. Il cereale, esplode e si aggrega naturalmente agli altri chicchi a lui vicini nello stampino.
Spero di aver un po’ chiarito.
Grazie
@Oryza srli-Roberta. Gentile Roberta, io sono sicurisssimo che quanto voi fate, lo fate con le migliori intenzioni e questo vi rende merito. Ma io ho il dovere di allertare le persone perchè arrivino ad un consumo consapevole. E le gallette di riso non entreano in questa logica perchè sono frutto di condizionamenti che attanagliano le persone se le rendono schiavi di certi pregiudizi e schemi mentali che si dovrebbero rimuovere: la leggerezza, la sofficità, il grasso che non c’è, il lievito che fa male, il glutine che è un veleno. Pensi, Roberta, a quanto sia meraviglioso quel chicco di riso che viene fuori da quelle piante che voi, tra l’altro mi pare, coltivate biologicamente, e poi, dopo tante cure, viene buttato dentro un’apparacchiatura che lo fa “scoppiare”, incollare l’uno a l’altro, sotto pressione e alte temperature. La natura non ci da riso per maltrattarlo così. Ce lo da per farne deliziosi risotti e arancini. Facciamo, così, io scriverò sul questo blog della benemerita IZN, un altro articolo, dove cercherò di spiegare la nobiltà del lavoro degli agricoltori per produrre riso, l’alto valore nutritizionale del riso e di come tutto questo viene mortificato, direi annichilito da trattamenti come quelli per produrre gallette di riso. A presto dunque. Intanto da parte mia la massima stima e simpatiab nei suoi riguardi.
Gentilissimo,
la ringrazio per la cortese risposta. Mi permetto di dissentire FORTEMENTE. Nelle gallette non c’è nulla di artificioso o svilente, anzi! La sua, mi permetta, mi pare una presa di posizione intransigente, dettata più da credenze e prese di posizione che da fatti.
Mi spiace molto sia così e, le ripeto, mi rendo disponibile qualora volesse approfondire il mondo di una produzione che è naturale, semplice e molto controllata.
Buon lavoro
@Oryza srl – Roberta: Cara Roberta, io credo che il problema sia nei cambiamenti che subiscono le proteine, le vitamine, l’amido etc del riso alle temperature e pressione di cui parli. Voi ne sapete qualcosa? In che modo questi trattamenti influenzano il riso dal punto di vista nutrizionale?
Grande prof.!
Gent. Roberta, scusi, non mi sembra che il ragionamento del prof. “svilisca” le sue gallette, solo mette in luce la diversità fra loro e il “vero riso”. Penso questo sia innegabile.
@Oryzasrl Roberta: Mi dispiace, veramente, c’ho provato, ma lei non dialoga e mi accusa di posizione intransigente, e mi scrive che la produzione delle gallette è naturale, semplice e molto controllata (ottimo come slogan pubblicitario!) Va bene così, rinuncio anche all’idea di scrivere un altro post sulle gallette, non ne vale la pena. Avevo intenzione, oltre di parlare del valore nutrizionale scadente di queste benedette gallette, anche di come fare delle ottime e saporite focaccine di riso, che sono quelle che ho sempre consigliato ai mie assistiti, invece di consumare queste gallette lunari, insapori, inodori, sgradevoli anche alla masticazione, insomma una sorta di autoflagellazione. Ma se la immagina una persona che ha un po’ di depressione che rinuncia a del buon pane per una galletta di riso. Di sicuro la depressione salirebbe alle stelle. Tanti auguri e buon appetito con le sue gallette.
Secondo me la sig.ra Roberta ha detto delle cose vere e non confutate, a differenza di altri che stanno esprimendo solo pareri personali. Io mangio gallette e non sono depresso, tanto per dirne una. Saluti.
@cordialmente: attendiamo la risposta della Signora Roberta in merito al valore nutrizionale delle gallette, così potremo parlarne con cognizione di causa :-)
Sono abbastanza convinto che nessuna risposta della sig.ra Roberta, per quanto convincente, potrebbe convincere chi è già così convinto delle proprie convintissime convinzioni… ma vediamo che succede…
Da alcuni interventi ho capito una cosa, che per fare divulgazione corretta via blog ci vuole molto tempo e tanta pazienza. Io in questo momento di salutare influenza con febbrone (ma domani devo partire per Venezia per andare a parlare di allergia e intolleranze alimentari) di tempo ne ho e anche di pazienza, e per questo ho dato più risposte oggi che in tutti gli anni in cui ho scritto per il pasto nudo.
Allora, premesso che un alimento o una pietanza si valutano secondo i seguenti parametri di qualità:
1) il valore nutrizionale (cioè le sostanze nutritive presenti);
2) il valore sensoriale (cioè il piacere che da in termini di olfatto, tatto, gusto e vista);
3) il valore salutistico (cioè le sostanze salutari);
4) la presenza o meno di sostanze nocive, come possono essere quelle che si formano durante i trattamenti industriali;
chiederei a chi è favorevole alle gallette quali di questi parametri di qualità sono soddisfatti dalle gallette. Lo so che è difficile smontare dei miti che sono frutto di un “lavaggio” del cervello, ovvero di condizionamento mentale fatto ad arte per convincere della bontà alimentare inesistente di prodotti come le gallette, ma io ci provo ancora.
Quando scrivo di queste cose mi ricordo di Woody Allen, nel film “Il dormiglione” in cui il protagonista Mike proiettato 200 anni nel futuro e armato di scopa combatte il pudding che lievita paurosamente e lo insegue minaccioso.
Dividere il mondo tra chi è favorevole e chi è contrario alle gallette è una scelta discutibile, e non so da che parte stare. Perdonatemi.
Mi permetto però di consigliare un bagno o quantomeno un bagnetto d’umiltà a chi scrive che le gallette si producono “come la plastica”, costruendo su questo punto un’accurata analisi volta a distruggere il nemico-galletta, ma poi scopre che non è così e fa spallucce. Che poi magari non c’è niente di male a produrre un cibo allo stesso modo di come si produce la plastica, dipende da mille fattori il risultato finale, e il paragone potrebbe essere azzardato e inopportuno. Potrebbe, eh! E magari anche dire che 150° o 200° sono temperature pazzesche potrebbe essere una cosa abbastanza opinabile. O dire che “la natura non ci dà il riso per maltrattarlo così”… no questa non è nemmeno commentabile, si commenta da sè.
Insomma farcire un articolo di errori e opinioni personali (assolutamente legittime, a patto che sia chiaro che di opinioni si tratta, e non di altro) chiamando in causa anche il rischio potenziale ma mai verificato di sostanze cancerogene (tanto per non farsi mancare nulla) e poi insultare chi si permette di esprimere un’opinione differente e sostiene che non sia da depressi o dementi mangiare questi estrusi non estrusi, dividere il mondo in due e etichettare chi la pensa diversamente da noi come persone ignoranti e vittime di lavaggio del cervello… fare tutto questo richiede sì molto moltissimo tempo e pazienza.
E siccome, parafrasando il poeta, “la natura non ci dà il tempo e la pazienza per maltrattarli così”, forse è ora che io vada a dormire, sperando di sognare focaccine di riso.
Saluti.
PS: si scherza eh! mica come tanti altri :)
Buongiorno a tutti, mi scuso per non aver risposta prima (il lavoro chiamava ;) )
Noi facciamo continue analisi sui nostri prodotti: proprio oggi faremo partire le nuove nutrizionali dell’anno. Sarò lieta di condividere i risultati se lo ritiene adeguato.
Stavolta sottoscrivo in pieno quanto scritto nell’ultimo messaggio da Cordialmente. Non possiamo demonizzare tutto quanto non è tradizionale. Pensate a come viene maltrattato il riso per farne farina……………… Schiacciato senza pietà da macine di pietra o, ancora peggio, cilindri metallici…..
W il Pasto Nudo e l’equilibrio nelle scelte!
@Federico P: anche sul riso, come sulla farina, parleremo presto di come trovare e riconoscere quello meno maltrattato possibile; sembra strano ma anche lì ci sono grandi differenze tra i metodi utilizzati, a cominciare da come viene seccato :-)
Da pastonudista “eretica” quale sono (nel senso che non riecso ad essere intransigente nella mia alimentazione, e mangio talvolta anche ciò che qui viene sconsigliato di mangiare, perchè mi piace) giuro che mi ribolle il sangue per l’irritazione. Perchè come consumatrice pretendo l’onestà. E non mi sembra che nella “difesa” delle gallette di riso questa onestà ci sia.
Perché anch’io, che non sono un’esperta, sono in grado di capire che provengono da un processo di lavorazione, che comunque altera le proprietà del chicco di riso (potete confutare davvero ciò?). Dopodichè, poichè evidentemente non sono veleno, se a uno piacciono se le mangerà in pace, possibilmente sapendo che non sono quelle a risolvere i suoi problemi di linea/salute (è in questo che mentite, eh.. basta vedere il tipo di pubblicità che fate). Io per esempio sono una gran consumatrice di quelle di mais, che compro già pronte (mi spiace, a base di riso non mi piacciono, altrimenti le mangerei). So perfettamente che hanno subìto lavorazioni ecc. e che non dimagrirò mangiandole, nè mi riempirò di nutrienti essenziali per la mia salute, ma le adoro e le compro.
Vorrei solo che l’industria (che mi pare tu rappresenti, Roberta) non mi trattasse da stupida, millantando proprietà che i cibi da loro prodotti non hanno. Ma mi sembra che ciò che affermate qui vada in senso contrario. Caro cordialmente, l’umiltà dovreste averla voi, e dirci: vi piace, è buono? Mangiatelo perchè quasi sicuramente non vi fa male. Punto. Chiarezza, ché qui non siamo stupidi.
@izn non vedo l’ora! Sono un amante del riso, cucinato … Credo di aver mangiato le gallette di riso forse una sola volta in vita mia…
@ Cordialmente: qui non si tratta di dividere il mondo fra chi è pro o è contrario, e mi sembra che nessuno abbia offeso voi che difendete le gallette. Perchè questo tono aggressivo? Partiamo da un presupposto: una focaccina di riso fatta in casa (come anticipa il prof.) avrà sicuramente una lavorazione diversa da quella industriale a base delle gallette. Ma nessuno mi sembra si sia sognato di dire che queste ultime facciano male, solo che sono più povere di nutrienti. E allora? Aspetto di capire (ancora non me lo avete spiegato) che non sia così. Dopo di che continuerò a non mangiarle, per il solo ed unico motivo che secondo me non sanno di niente e sono care. Ma qualche critica la volete accettare?
@graziella carnevali
In fondo mi sembra che io e lei la pensiamo in maniera abbastanza simile, ma lei mi ha identificato con un produttore di gallette o qualcosa di simile, altrimenti non capisco perchè si rivolge a me dandomi del voi, non credo per rispetto :)
Per sua informazione io sono un saltuario consumatore di gallette di mais, esattamente come lei, e vorrei informazioni chiare, non ho informazioni da dare, non so nemmeno se sono un sostenitore o un detrattore delle gallette, vorrei che fosse chiaro. Punto. Due punti. Punto esclamativo.
Grazie comunque per avermi detto esattamente cosa devo dire, o cosa dovrei dire nel caso fossi un produttore di gallette, ne terrò conto la prossima volta o nella mia prossima vita.
Peccato che non sia esattamente quello che viene detto nell’articolo qui sopra, anzi. Ma vabbè.
Saluti.
@graziella carnevali
Essere vittime del lavaggio del cervello non è proprio un modo carino di trattare le persone, non trova? L’aggressivo qui non sono io, se lo sono stato chiedo scusa.
Per quanto riguarda il fatto che “nessuno mi sembra si sia sognato di dire che queste ultime facciano male, solo che sono più povere di nutrienti”, qui sta il centro del discorso: è stato detto altro, è stato addirittura detto che possono essere cangerogene, ventilando il sospetto ma senza addurre fonti scientifiche o non scientifiche che confermano un’ipotesi di questo tipo.
Non si tratta di non accettare critiche (che poi io non devo accettare proprio nulla, come ripeto non rappresento in alcun modo chi produce gallette, anzi mi trovo qua proprio perchè pensavo di poter capire se fossero o no un alimento adeguato ecc ecc), si tratta di documentare quanto si scrive e di scrivere fatti e non opinioni, altrimenti si rimane al livello della chiacchiera da bar, del tipo: “eh oggi come oggi non sai mai cosa ti mettono nel cibo”, o cose così. Se a lei sta bene, buon per lei, ma io onestamente mi aspettavo qualcosa di più da questo post e dalle successive risposte ai commenti.
@cordialmente: il prof, che per inciso oltre a essere medico e agronomo, ha una lunga esperienza come docente e ricercatore universitario sulla qualità degli alimenti e la salute del consumatore, ha spiegato in un commento più sopra che l’alta temperatura e il tipo di trattamento incidono pesantemente sia sul valore nutrizionale sia sugli altri parametri di qualità che il cibo dovrebbe avere. Aspettiamo la risposta di Roberta, che ha già scritto che condividerà i risultati delle loro analisi, per poter dare un parere, devi avere solo un po’ di pazienza. Intanto ho chiesto a un esperto di venirci a dare una suo parere sul trattamento del riso in genere, vediamo cosa ci dirà lui :-)
ho provato a consumare le gallette di riso pensando di prendere in giro il mio stomaco con un finto senso di sazietà……..ho rinunciato perchè si è ribellato facendomi male…..e meno male……..
Da anni mangio tutte le mattine gallette di riso con marmellata o nutella, mai avuto probkemi a differenza di quando mangiavo fette biscottate o pane.
Faccio i complimenti per la signora Roberta che ha avuto il coraggio di ripondere la blog e spero di visitare un giorno la loro azienda.
W la Vita
Chi ha scritto questo articolo non sa quello che dice e non sa assolutamente come vengono prodotte le gallette di riso.Io sono un estrusorista alimentare e dove lavoro vendono prodotte anche le gallette di riso. La prova che conferma l’ignoranza di chi ha scritto questa falsità è che le gallette non vengono podotte con l’estrusore!!!! Bensì tramite stampi!!!!” non ascoltate queste falsitá!!!!!!!!
@Rispondo per dovere d’ufficio: Per piacere, spieghi ai nostri lettori come lei ottiene le sue gallette tramite “stampi” senza ricorrere alle elevate temperature ed elevate pressioni che sono alla base del processo di estrusione. Forse lei si appiglia ad un dettaglio semantico (il termine “estrusione”) per nascondere la realtà dei fatti, cioè i trattamenti ad alte temperature e pressioni per ottenere riso gonfiato da stampare a forma di gallette. E anche qualora esistesse una tecnica che non surriscaldasse e sottoponesse ad altissime pressioni il riso, le considerazioni dietetiche da me fatte sulle gallette non cambiano. Poi mi chiedo, lei, autodefinitosi “estrusorista”, che ci fa in una fabbrica che produce gallette di riso, ricorrendo semplicemente a quelli che lei ha definito “stampi”. Forse sarebbe anche il caso che spiegasse ai nostri lettori in che cosa consiste il suo “stampo”.
Quindi che ne pensa delle Wasa?
Un articolo in cui si scrive che le gallette sanno di polistirolo fa trasparire tutta la sua credibilità. Ha mai assaggiato il polistirolo?
Buongiorno,
grazie mille per l’articolo. Avrebbe per caso modo di dirmi dove trovare ricetta delle focaccine citate? ho la bimba a cui piacciono molto le gallette e devo trovare dei sostituti del pane, magari fatti da me…
Grazie mille
Desy
Desy Russo: Cara Desy, se scorri i commenti al post più sopra trovi la risposta del prof: “Mia moglie mi dice che usa una piastra metallica per crepes che ha comprato dagli indiani. Anche la ricetta è indiana: farina, acqua, un cucchiaio d’olio, un pizzico di sale e di bicarbonato. impasto e via sulla piastra. A me piacciono sottili sottili quindi con impasto molto sciolto”.
Fammi sapere se ti riescono, se no le provo a fare io e ti faccio sapere. Le focaccine ti servono perché tua figlia è intollerante al glutine? Se hai altri dubbi chiedi! :-)
[…] non faticherete a trovare prodotti validi. Sconsiglierei gallette di riso e di mais. Avevate letto l’illuminante articolo sul Pasto Nudo in merito a questi polistir… ehm, sostitutivi del […]
[…] gallette, seguo la scuola di pensiero del dottor Mozzi e del prof. Giannattasio del Pasto Nudo, cioè le reputo un alimento molto lavorato, che preferisco escludere dalla mia dieta quotidiana. […]
Buongiorno, io purtroppo non riesco ad escluderle dalla dieta anche perché per me che sono celiaca quando entro in casa e ho fame non c’é niente se non mi sono organizzata prima. Prendo quelle del punto macrobiotico a chicco intero e se devo dire sono le uniche che non sanno di polistirolo.
Mangerei volentieri altro ma purtroppo già preparare dei pasti cosiddetti sani con cereali integrali é faticoso e quando hai un pizzico di fame e toglie anche quelle é un martirio.
Grazie per l’opportunità ,
solo per dare un indicazione per una riflessione utile , umile ed appassionata…spero mai intesa come provocatoria…riguardo il rapporto tra panificazione ( lavorazioni derivanti da farine con lieviti ) e “gonfiore” , “aumento di peso” ( etc. ) , argomenti di cui ho notato presenza più volte nei nostri post . Ricordiamoci semplicemente cosa implica la parola “lievito” . Usando la NOSTRA testa , non credo sia difficile attribuirgli lo status di ” essere vivente in grado di moltiplicarsi “. È infatti esattamente quello che fa . È un fungo . Il gonfiare i nostri beneamati Pani né è la prova semplice e chiara . Serve ancora qualche testimonianza della sua azione all’interno del nostro corpo una volta masticato e deglutito ? Laddove si parla di aumento di peso , obesità e di tutte le “disarmonie” del nostro corpo associate ad esse , esistono popoli nelle quali diete sono presenti massiccie quantità di prodotti legati alla panificazione ( per carità…non solo quelli !! ) . Non volendo scivolare nella retorica , possiamo nuovamente prendere come esempio i nostri cugini americani ?? A questo punto l’evidenza dei fatti mi induce a valutare il ragionamento….che i nostri cari lieviti , una volta superata la soglia di “gestione/tollerabilità” individuale degli organi deputati ( corretta assimilazione ) non possano far altro che depositarsi nei tessuti e moltiplicarsi a loro piacimento dando letteralmente FORMA alla loro esuberanza ?? Ecco…in base a questo , NON POSSO valutare come SANO un prodotto che offre questi potenziali sul nostro corpo . Credo di poter fare a meno della sensazione che la “pagnotta” ha sempre trasmesso in me attraverso la sua croccantezza e profumo….sin da bambino ( sigh ) !! Almeno non nel modo consueto colazione / pranzo / snack / cena con il quale diamo cadenza ai nostri pasti…
Cominciando ad interrompere la frequenza di assunzione , rallentandola fino a ridurla al nostro personale ritmo di assimilazione , secondo me riusciremo a limitare fortemente anche molti disturbi legati al peso…
Alla luce di ciò , che sia benedetta qualsivoglia strada alternativa per rendere “croccante” la nostra vita , ovviamente anche valutando i dubbi che suscitano in noi le cotture ad alte temperature etc. , con le opportunità rese possibili dall’assortimento di prodotti di oggi , troveremo sicuramente la strada giusta !!
Sta cosa che le gallette sanno di polistirolo non ha senso, avete assaggiato il polistirolo??
Al limite hanno la consistenza del polistirolo, ma il sapore è un altra cosa
Al di là del polistirolo contengono un bel pó di arsenico non proprio salutare…