Colpo di scena!!! Sono ancora viva e vegeta, chi ha ricevuto la newsletter di questo mese già lo sa! Il mio mese preferito stavolta, dopo tanti anni senza pausa, me lo sono preso di vacanza, e così adesso ho talmente tante cose da dirvi che non so da dove cominciare. Intanto vi racconto un paio di cose utili per il vostro orto/giardino in vaso, ché adesso che siete tornati avrà tanto bisogno di voi.
A Luglio ho pensato bene di lasciare le mie amate piante a un’anziana e carinissima vicina di casa; peccato non sia nata esattamente col pollice verde e sia convinta che le piante in vaso non necessitino di essere innaffiate, in particolar modo le erbe aromatiche (è solo erba) e il mio amato nespolo giapponese (è solo un albero).
Nonostante avessi coperto scrupolosamente la terra dei vasi con un bello strato di paglia e di pigne (queste ultime sono anti-gatto e profumano tantissimo quando si bagnano!), quando sono tornata mi hanno guardato con una faccia scioccata “come hai potuto farci questo”. C’è voluto un mese e molti confronti tra noi (ve l’ho già detto che chiacchiero con le piante? :-D) perché tornassero a volermi un po’ di bene, e non posso dargli torto.
Se ben ricordate nell’ultima puntata (che ho scritto a maggio) di questa rubrica, delusa dai risultati del primo tentativo in cassette di legno, ero rimasta al proposito di far crescere qualche alberello in vaso sul terrazzo per creare zone d’ombra per le piantine mangerecce; l’idea era di usare poi i vasi grandi per provare a piantarci qualche ortaggio.
Intanto ho imparato che al mattino la terra espira e al pomeriggio/sera inspira; quindi se alla sera la terra è troppo secca si può zappettare leggermente (non più di 3 centimetri di profondità) in modo che la terra “inali” l’umidità dell’aria, se invece è troppo umida si zappetta al mattino, in modo che butti fuori l’umidità in eccesso.
Tornando a noi, il nespolo che l’altra volta avevate visto nella foto di apertura è un bel po’ cresciuto (fermandosi quando è iniziato il caldo serio, come ogni albero che si rispetti); la micropiantina di fico con una foglia sparuta, adesso, come potete vedere nella foto qui sotto, è un’adolescente in pieno scatto di crescita, e il piccolo alloro (nella foto ancora successiva) è pure lui proiettato verso un luminoso futuro, pur con la lentezza che contraddistingue la sua specie.
Il bimbo-melo nel vaso del dragoncello diventa sempre più alto (chissà se le mele sapranno di dragoncello?), il kumquat ha deciso di tornare a essere un arancio amaro (e chi sono io per impedirglielo?) e, udite, udite, abbiamo una nuova bellissima arrivata che ho ricevuto il 21 Agosto per il mio compleanno, un raggiante cucciolo di ulivo varietà Itrana, che abbiamo battezzato Prisca (visto che il limone si chiama Turiddu) e che, arrivata in uno striminzito recipiente di plastica nera, aveva bisogno di essere trapiantata in un vaso serio, più grandino e di coccio.
Proprio quest’ultima esigenza mi ha spinto a chiedere consiglio alla mia cara Claudia, che se ben ricordate a suo tempo scrisse uno splendido articolo sulle fasi lunari e su come queste influenzino la nostra vita terrena, e ovviamente anche quella delle piante; anzi, prima di continuare a leggere questo post vi consiglio di dargli una letta, così mi evito di dover ripetere i concetti di base che sono già lì.
La suddetta ragazza (Claudia santa subito!) tiene sempre a portata di mano il meraviglioso libro di Paunger e Poppe che forse avete intravisto nel negozio del pasto nudo.
Quando trapiantare
Il mio primo dubbio riguardava quindi il nuovo olivo adottato, arrivato a casa in un vaso di plastica decisamente sottodimensionato: “trapianto adesso o trapianto poi?” E meno male che me lo sono chiesto, perché proprio nei giorni a seguire il mio compleanno c’era la peggiore configurazione astrale che esistesse per cambiare casa a una pianta, roba proprio che fa la differenza tra la vita e la morte delle nostre amatissime amiche vegetali.
Intanto eravamo in luna calante, e il libro come regola generale spiega che secondo la biodinamica *non* si trapianta con la luna calante, e mai, assolutamente mai, con la luna calante in acquario. L’acquario è un segno d’aria, e quindi l’energia della pianta con la luna in acquario è tutta verso l’alto, i fiori, la parte aerea insomma.
Molto meglio quando la luna è in fase crescente; nei segni di fuoco (ariete, leone e sagittario) per le piante da frutto, e nei segni d’acqua (cancro, scorpione e pesci) per le piante da foglia. Proprio il 22 agosto secondo il calendario biodinamico la luna aveva cominciato da poco la sua fase calante e oltretutto era pure in pesci (segno d’acqua).
Ho deciso così di aspettare il 2 settembre, quando la luna avrebbe ricominciato a crescere, e sarebbe stata nel segno della vergine, che non è un segno di fuoco ma di terra, ma comunque buona per trapiantare (la vergine sta bene su tutto :-D).
Quando potare
Il secondo dubbio che avevo era quale fosse il momento migliore per potare il nespolo. Come vedete nelle foto della volta scorsa aveva un ramo piuttosto grosso che gli cresceva dal basso, togliendo forza al resto della pianta che io vorrei crescesse in altezza. Mi sentivo male al solo pensiero di tagliare via una parte così grande della pianta, ma non volevo che in un secondo momento questa mia debolezza portasse l’albero a spezzarsi, anche in virtù del fatto che sul terrazzo dall’autunno in poi ci sono venti molto forti da nord.
Secondo la biodinamica potando nel momento migliore la linfa non fuoriesce, la pianta si rigenera e i suoi umori confluiscono nei frutti; nel momento sbagliato al contrario la produzione dei frutti viene bloccata, l’albero si indebolisce molto, cresce stentatamente e può anche morire. Con la luna piena in Cancro la pianta potata rischia la dipartita.
Claudia mi ha spiegato che sul libro è scritto che con la luna crescente persino le ferite impiegano di piu’ a cicatrizzarsi; il plenilunio e’ il momento peggiore (infatti Paunger e Poppe raccomandano di evitare qualsiasi operazione chirurgica in plenilunio).
Per la potatura vale quindi il discorso esattamente opposto al trapianto: si pota solo ed esclusivamente in luna calante, immagino perché la luna non “tira” e quindi il ramo non tende a ricrescere subito (oltre al fatto che l’energia della pianta in quel momento è nelle radici).
Meglio farlo in segni di fuoco (ariete, leone o sagittario), a naso perché l’atmosfera è meno umida e quindi il taglio si asciuga e si rimargina più velocemente. Infatti anche volendo potare in luna calante molto meglio comunque non farlo in segni d’acqua.
Riassunto
Siete più confusi di prima? Io sì :-D Vi (e mi) faccio uno schemino per avere tutto sotto controllo con un colpo d’occhio alla porta del frigo (e uno al calendario di Paolo Pistis):
Trapianto:
Luna crescente in segni di fuoco per piante da frutto;
Luna crescente in segni d’acqua per piante da foglia;
Mai: luna calante, soprattutto in acquario
Potatura:
Per le piante da frutto luna calante in segni di fuoco;
Per le piante da foglia luna calante in segni d’acqua;
Per ambedue più è vicino il novilunio e meglio è.
Mai: poco prima della luna piena, soprattutto in cancro e in generale meglio non in luna crescente
Ecco tutto. Il ferocactus recurvus che vedete qua sopra non c’entra niente con il discorso ma era troppo bello e non sono riuscita a non inserirlo :-D Io intanto il 31 ho potato il nespolo e il 2 ho trapiantato l’olivo; nella prossima puntata aggiornamenti e nuove esplorazioni nel mondo delle piante in vaso :-)
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