Li ho preparati al formaggio e al formaggio bis, agli spinaci, con il fegato, con la barbabietola e la mela, e che non la vogliamo dare una chance anche a quelli dolci? Tanto ve l’ho detto che quel libretto lo devo rifare tutto, è un po’ il mio Mastering the Art of French Cooking in versione altoatesina (e molto, molto più esile).
Questa è la prima ricetta che provo di canederli dolci, e devo dire che esprime perfettamente tutta l’austerità, la semplicità e quel tipo di gioia sommersa – che non so perché mi commuove e mi esalta – che ho assaporato solo sulle Dolomiti. È un dolce decisamente poco dolce (quasi per niente); molto più denso di quanto possa sembrare dagli ingredienti, e veramente saziante, nel senso positivo del termine.
Io dopo averne mangiato uno sono già assolutamente soddisfatta, ma ci credete che non riesco a non aprirne un altro? Un po’ per vedere se riesco a tagliare la fragola in verticale, un po’ perché voglio risentire quel contrasto tra il frutto che rimane quasi crudo, avvolto nel suo scrigno di pasta tiepida morbida e callosa, e il dolce/acidulo della salsa di fragole (quest’ultima è stata una licenza poetica mia, gli autori del libro consigliavano mandorle dorate nel burro e zucchero a velo).
Nota importante a margine, in questo periodo qui da noi non è per niente facile trovare fragole buone; voglio dire, le fragole si trovano eccome, ma quelle dolci e profumate sono rarissime (provate e mi direte); io ho approfittato di un graditissimo dono del prof, un cestino di meravigliose fragole di un piccolo produttore di Cori, vicino Latina, che si chiama Gianpiero Filippi. Ho parlato al telefono con Tiziana, la moglie di Gianpiero, che mi ha raccontato che fanno biologico da 15 anni e che sono in conversione per diventare biodinamici.
Quello che vi posso dire è che le fragole erano strepitose (Loretta confermi?)! Se avete una decina di minuti guardatevi il video qui sotto, girato proprio nell’azienda di cui vi dicevo, nel quale potete vedere il nostro mitico prof in versione estiva che come al solito ipnotizza la platea parlando di stagionalità, dell’importanza dei grassi buoni, insomma del cibo e della sua energia, ammantandoli di tutto il fascino che hanno e che lui sa descrivere così bene <3 Guardatelo fino in fondo perchè il prof dà anche una dritta per far mangiare l’insalata ai bambini piccoli (e voi sapete che il verde lo vedono come il fumo negli occhi, vero? O è solo la minizac che lo odia?)
Anzi, visto che ne stiamo parlando, approfitto per spulciare il librone della bioterapia con qualche dritta su questi profumati e delicatissimi (resistono al massimo due o tre giorni una volta colte) frutti, gioia e delizia delle mie primavere-avanzate/estati. Intanto pare che la fragola sia un frutto perfetto per chi ha disturbi epatici, perché la sua acidità aumenta l’attività del fegato. Può essere usata dai diabetici perché i pochi zuccheri che contiene sono compensati dallo iodio che aumenta l’attività della tiroide e stimola il pancreas.
Siccome contiene molto calcio è utilissima per i bambini in accrescimento e per le donne in gravidanza e in allattamento. Per le donne in menopausa è addirittura fondamentale perché contrasta la riduzione dell’attività della tiroide e seda l’irritabilità dovuta agli squilibri ormonali, oltretutto facilitando il sonno grazie alla grande quantità di magnesio che contiene (quest’ultimo è ottimo anche per i bambini iperattivi, che di solito infatti adorano questo frutto).
La cosa poi molto interessante è che siccome contiene sia vitamina C che acido salicilico la fragola ha un’azione simile a quella dell’aspirina ma senza i vari effetti collaterali di quest’ultima che tutti conosciamo, quindi è utile sia quando si è raffreddati o si hanno reumatismi sia se si vuole fluidificare il sangue (cioè inibire l’aggregazione delle piastrine).
Oltre al fatto che avendo anche acido citrico, tartarico e malico è attiva anche nei confronti di eventuali virus e batteri ed essendo ricca di polifenoli ed antociani è in grado di inibilre la formazione di nitrosamine nello stomaco (il librone dice “un importantissimo ed attivo alimento anticancro”).
Inoltre (copio dal libro) “diversi studi hanno dimostrato che la fragola oltre a possedere un’azione cardiotonica, ipotensiva e diuretica trova valido impiego in tutte le condizioni caratterizzate da fragilità dei capelli e delle unghie. La spiegazione di ciò risiede nella contemporanea presenza di silicio e meagnesio in questo alimento”.
Uniche controindicazioni l’ulcera gastroduodenale ed enterocolite, e le predisposizioni allergiche; “in quest’ultimo caso l’associazione con il vino rosso, alimento con notevoli proprietà antiallergiche, può permetterne egualmente l’impiego” (ambasciator non porta pena!!!) :-D
Insomma? ve lo aspettavate che un frutto così buono fosse anche così pieno di belle sorprese per la nostra salute? A questo punto credo che incrementerò la mia produzione casalinga, già ho invaso il patio di piantine di fragola e fragoline di bosco, le metterò pure sul terrazzo, nel bagno, in cucina, e nel salotto (zac non leggere)!
Ingredienti:
2 uova felici
75 grammi di burro di erba e fieno a temperatura ambiente
200 grammi di ricotta (io ho usato quella di pecora)
2 cucchiai abbondanti di zucchero grezzo chiaro
100 grammi di mollica di pane (ho usato il “tanti cereali” di Santi)
70 grammi di farina semintegrale
50 grammi di pangrattato possibilmente fatto in casa
8 fragole grandine (più qualcuna per la salsa)
1 presa di polvere di vaniglia
1 presa di sale marino integrale
Per prima cosa tagliate a dadini molto piccoli la mollica di pane, poi separate gli albumi dai tuorli, mettete gli albumi da parte e frullate il burro con i tuorli. Io come al solito li ho spellati e ho usato la planetaria montando la foglia, ma potete benissimo fare tutto a mano con un cucchiaio di legno (e tanta buona volontà!).
Unite alla crema di tuorli e burro la ricotta ben sgocciolata, lo zucchero, la polvere di vaniglia e il sale. A parte montate i due albumi a neve ferma (mi raccomando se usate lo stesso recipiente nel quale avete mescolato l’impasto di cui sopra sgrassatelo molto bene se no gli albumi non monteranno mai).
Mettete gli albumi montati sopra la crema di ricotta e poi versateci sopra la farina mescolata al pangrattato (il libro dice proprio così!). Mescolate bene e lasciate riposare il tutto per almeno un’ora in un recipiente coperto.
Intanto lavate e (dopo!) togliete il peduncolo alle fragole, e lasciatele asciugare bene all’aria o asciugatele con uno strofinaccio pulito. Prendete una pentola bella grossa, riempitela di acqua pura e mettetela a bollire.
Trascorso il tempo indicato, formate otto canederli aiutandovi con le mani umide, mettendo la fragola nel mezzo e richiudendoli poi perfettamente. Quando l’acqua raggiunge l’ebollizione abbassate la fiamma e provate a metterci una pallina di impasto per controllare che non si disfi; se va tutto bene adagiate i canederli nell’acqua con delicatezza e lasciateli cuocere una ventina di minuti (dovrebbero salire quasi subito a galla). Se la pallina si disfacesse, ma non dovrebbe succedere se avete seguito bene le dosi, aggiungete all’impasto un cucchiaio di farina e riprovate.
Servite i canederli tiepidi su una salsa fatta con qualche altra fragola tagliata e cotta su fiamma bassa con un po’ di zucchero e un cucchiaio di succo di limone (e se vi piace un po’ di cannella) o con scagliette di mandorle dorate nel burro e zucchero a velo come recita il santo libretto :-)
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