Il sale per me ha un significato speciale, perché è di quelle cose che ho scelto con lo stomaco; l’ho guardato, e sono subito stata attratta dal colore grigiastro, così lontano dal bianco sintetico al quale ero abituata, l’ho toccato, e ho amato quella consistenza umida e sabbiosa che non (ri)conoscevo, e alla fine l’ho annusato, e lì me ne sono innamorata perdutamente.
Naturalmente sto parlando del sale integrale, nello specifico del sale marino integrale atlantico (io compro quello di Le Paludier, lo potete vedere qui), ma ce ne sono vari altri.
Chi di voi è già da un po’ sulla strada della consapevolezza alimentare saprà bene quello che vuol dire portare a tavola una cosetta del genere, e sopra tutto storcere (a volte involontariamente, giuro!) il naso quando ti presentano quel cilindretto di plastica con il sale iodato; nel migliore dei casi lo scenario è “CHEP… (ops, c’è la bambina); ma quanto sei seccanteeeeee!!!! mo’ pure il sale dev’essere biologicoooooo!” e via battutine varie sulla tua incipiente ortoressia (improvvisamente la psicologia è diventata un’opinione – qualcuno per favore dica a ‘sta gente “dosis facit venenum”), risatine e sguardi d’intesa tra gli astanti.
Ecco perché quando Sabine Eck — per inciso medico chirurgo, naturopata, omeopata e molte altre cose — mi ha scritto una bellissima mail nella quale mi raccontava un sacco di cose sul sale, e dopo qualche mese poi mi ha inviato il libro che ha appena pubblicato “Il sale fa bene”, mi sono tuffata a pesce nella lettura, e appena l’ho finito la prima cosa che ho pensato è “devo assolutamente raccontarlo a *loro*” (che siete voi).
Sabine deve avere una doppia personalità; alcune pagine del libro sembrano scritte da una fatina: ci sono favole popolari sul sale, considerazioni sulla vita in genere, e poetici racconti di passeggiate in riva al mare; in altre invece esce fuori una personalità di ferro, da medico di quelli seri, il tutto sempre però decisamente femminile. Di quel femminile streghesco che amo molto, e che gli ignoranti temono da sempre.
Io intanto vi racconto un paio di cose che ho letto nel suo scritto, che potrebbero mettervi in condizione di tirare appresso a chi ve lo porta il famigerato cilindretto iodato; se poi vi venisse la curiosità di approfondire, il libro lo trovate qui, qui oppure chiedete direttamente a Sabine, nei commenti a questo post.
Cominciamo con il dire che il sale integrale (l’unico che merita l’appellativo di sale, adesso vedrete perché) è in realtà una miscela di sali minerali, proveniente come tutti sapete dal mare. In particolare è composto per circa il 96% di cloruro di sodio, e per il restante 4% di oltre 80 oligoelementi (praticamente tutta la tabella di Mendelev, tranne gli elementi instabili o radioattivi, e compreso per esempio l’oro), estremamente importanti per la nostra salute.
Purtroppo da trent’anni a questa parte quello che viene venduto come sale alimentare è cloruro di sodio (NaCl) puro, perfettamente in linea con l’ottusità di un certo tipo di scienziati; pare che ormai sia legge il fatto che se un prodotto della terra fa bene a qualcosa il merito è del “principio attivo” (ad esempio il betacarotene della carota o la vitamina C del limone).
Ma santiddio – ammesso e assolutamente non concesso che fosse il principio attivo a far bene alla salute, e non la combinazione di acqua, minerali, vitamine, glucidi, fibre e proteine presenti nella carota come mamma l’ha fatta – è meglio andare in farmacia a comprare un flacone di betacarotene (condito con additivi vari), con quello che costa, o al mercato a comprare un mazzo di carote appena colte, che non solo hanno un buon sapore, ma ci si può pure giocare in cucina in mille modi diversi?
Vabbeh. Fatto sta che a un certo punto qualcuno si è reso conto che il cloruro di sodio spacciato per sale non è proprio il massimo per la salute; ad esempio pare abbiano preso dei granchi di mare e li abbiano immersi in due soluzioni, una di acqua e sale integrale e l’altra di acqua e sale raffinato, e che i poveretti messi a dimora nell’acqua “raffinata” siano morti in 24 ore.
Così a qualcuno è venuta un’idea geniale: prendiamo il sale integrale, e, come facevamo prima, togliamogli tutti gli elementi che non siano cloruro di sodio, compreso lo iodio, così possiamo continuare a rivenderlo all’industria per produrre materie plastiche, e riciclare quello che resta per uso alimentare (aaahhhh, ecco!!!); la differenza è che poi lo iodio ce lo rimettiamo, ma di sintesi, così il sale lo vendiamo maggiorato perché fa tanto bene alla tiroide. Poi magari ci mettiamo anche un antiagglomerante, così viene bello asciutto. Mamma mia. Mi chiedo che ne penserebbero i granchi di prima.
Pur non volendo considerare il fatto che l’apporto di iodio servirebbe (in teoria) per una tiroide ipofunzionante, mentre se come nel mio caso la tendenza è a iperfunzionare ci vorrebbe il suo antagonista, il bromo (a quando il sale bromato, anzi impoverito e poi ri-bromato?), c’è anche il particolare che, guarda caso, nel sale naturale lo iodio e il bromo ci sono entrambi, e il nostro organismo è perfettamente in grado di prendere l’uno o l’altro alla bisogna (che ne so, bromo dopo una litigata, iodio dopo un’influenza stancante) e di eliminare il resto attraverso le urine.
In più nel sale vero ci sarebbe anche il cloruro di Magnesio (che tra l’altro è l’elemento che conferisce l’umidità al sale, essendo igroscopico), che ha un’azione favorevole sia nell’ipo che nell’ipertiroidismo.
Utilizzare quotidianamente piccole dosi di sale marino integrale *normale* ci dà quindi la possibilità di assumere microdosi salutari di ognuno di questi elementi, oltre agli altri.
Ho la sensazione che per quanto riguarda l’alimentazione valgano le stesse regole della cucina (e di tutto il resto): la semplicità, rilassarsi e seguire il fiume; sopra tutto non cercare (in questo caso fingere) di migliorare ciò che è già perfetto. Tra le pagine del libro di Sabine c’è ben altro, oltre al sale: concetti importantissimi, espressi in modo comprensibile anche a me (e se lo capisco io…).
“non cercare di migliorare ciò che è già perfetto”
questa te la rubo
per il resto, :))))) come sempre!
Interessantissimo questo post…io sono tra quelli che di sale ne usa proprio poco xche’ dell’idea che se ne abbondi un po’ troppo nelle preparazioni alimentari!Infatti,da quando ho sostanziosamente diminuito la dose,non riesco a mangiare quasi piu niente quando sono fuori.Da un po’ uso il sale rosa dell’Himalaya…non so xche’…me lo hanno consigliato x la purezza e la,spero,non manipolazione…lo trovo meraviglioso xche’ piu’ “saporito” e quindi ne uso mooooolto meno…qualcuno ne sa di piu’?
E’ PAZZESCA l’assurdita’ umana…come si puo’ estrarre elementi x poi reinserirli…che porcherie…puah!
Grazie davvero per questo incontro Izn! ;)
Per Sabine: Ho visto che operi in Emilia Romagna, ho già letto qualche tuo articolo, sarei interessata a rimanere aggiornata su tuoi seminari/incontri! Sono un’erborista con l’intenzione di proseguire gli studi in Nutrizione. Puoi contattarmi via mail? sabrinastefanelli@gmail.com Grazie!
Ciao Izn, un post veramente efficace ( come al solito ;-)) l’ho letto veramente molto volentieri e come medico non posso non condividere ciò che tu hai estrapolato dal libro di Sabrine, ormai da anni utilizzo il sale integrale, ma è così difficile far capire agli altri le ragioni, la risposta che più frequentemente mi viene data quando propongo di usarlo è ” ma in fondo che farà mai un pò di sale “normale”……mica si può rininciare a tutto!!”A questo punto mi cadono letteralmente le braccia!! Per fortuna qualcosa sta cambiando e molti stanno diventando più ricettivi, incrociamo le dita!!a presto
carissima Izn; grazie per il tuo commento al libro…..non posso immaginare la mia vita senza tutte le preziosissime esperienze che mi ha regalato il sale; ora spero nel passa-parole ….tracciando una specie di “via-salata-del-sapere”.grazie anche alle simpatiche e curiose voci che hanno commentati…
Molto interessante davvero, ma…. come la mettiamo con l”ipertensione quando tutti ci dicono di diminuire il sale? Ciao.
ciao Anna.la questione dell’ipertensione va vista piu differenziata. L’iperteso ha spesso piu sodio nel sangue…ma questo non lo affronti mettendo meno sale sulla tua insalata.La vera causa dell’ipertensione e´la combinazione tra POCO MOVIMENTO+ABUSO ALIMENTARE DI PROTEINE ANIMALI+SCARSO APPORTO DI VEGETALI+STRESS. Siccome il corpo deposita l’eccesso di proteine nella parete dei nostri capillari(che aumentano cosi di spessore!!), il corpo cerca di superare tale barriera aumentando appunto la pressione minima…(ricorda che i capillari devono portare la “pappa” alle cellule) e lo ottiene aumentando la concentrazione di sodio nel sangue, che a sua volta trattiene acqua(x cosidetto effetto osmotico)….poi ci sono altre ragioni che spiego nel libro-qui lo spazio proprio non basta. Si tratta comunque di un enorme circolo vizioso-ma una volta compreso e´ facile uscirne…e godersi la salute.
Io non ho mai amato il sale. Nel senso che ne uso veramente poco. Talvolta penso che sia quasi troppo poco. Qualche anno fa ho scoperto quanto il sale sia importante, dopo aver letto un paragrafino apparentemente innocuo (dal titolo “Il sale della vita”) in fondo a questo libro.
Da allora ho sempre usato il sale marino integrale. Qualche mese fa, peró, in una delle solite spettacolari chiacchierate con il contadino biodinamico (che ha deciso di migliorare la nostra vita, oltre che la sua, aprendo un fantastico negozietto pieno di frutta e verdura freschissime e altre cose preziose per lo piú a marchio demeter, il che non guasta ;-)), mi ha messo questa pulce nell´orecchio “che lui usa steinsalz, quello di montagna (che viene dalla germania e non deve farsi migliaia di chilometri in aereo, tra l´altro), perché con tutte le sporcherie che ci sono nel mare…in effetti…io mica ci credo piú tanto, alla storia dei mari incontaminati…comunque, da un mese uso questo; é salatissimo, devo usarne veramente poco, ma mi piace assai!
Qualcuno sa spiegarmi la differenza tra sale marino e sale montano?
grazie mille!
Grazie Curiosasab -interessante quello che dici. Mi piacerebbe saperne di piu’ ma a quale libro di riferisci? Scusami non mi e’ molto chiaro. Il link che hai messo non si apre. Ciao.
@anna: la questione che sollevi è proprio quella di cui parlerò presto, sempre riferendomi al libro di Sabine. Curiosa-sab è appunto il nick di Sabine (n.d.r.: da oggi 12 gennaio 2011 tutti i commenti di Sabine sono stati modificati sostituendo il nick curiosa-sab con il suo nome), e il libro di cui parla è il suo, che ho recensito in questo post. Qual’è il link che non funziona? vado a ricontrollare quelli del post :-/
Grazie Izn, scusami non mi era chiaro che Sabine Eck fosse la stessa persona. Aspetto con impazienza il tuo prox post allora. Anche se, di quello che capisco, la pressione alta dipende anche molto da fattori genetici oltre che dallo stess. Ho notato, almeno per me, che si alza in concomitanza con l’assunzione di zuccheri in genere, ma anche se bevo vino ecc. E di proteine non ne faccio un grande utilizzo. Sale integrale lo utilizzo non so da quanto tempo e poco. Tutte le persone che mangiano a casa mia chiedono sempre il sale!
Secondo la mia ginecologa, che segue anche lei la dieta bionutrizionale, sarebbe importante prendere piu’ alimenti che aiutino il rene. E come la mettiamo col sale? Sabine Eck, leggerò con molto interesse il tuo libro, sperando di riuscire ad acquistarlo. Ma dato che mi interessa molto quello che scrivi, sicuramente ne vorro sapere di piu. (no accenti, il computer non me li prende!)
Izn sei grande.
ciao!!! che bello. un post sul sale… che io sono mesi che mi dico che vorrei scriverne uno anch’io … accidenti. prima o poi… intanto grazie. che le informazioni preziose comunque qui non mancano mai.
@ jennifer : :-) sale marino dell’himalaia anch’io, sìsìsì.
@ claudia : giuro che la differenza non la so. ma il naturopata a me il sale marino l’ha tassativamente vietato insieme ai soliti noti (frumento zucchero latte lievito ecc ecc), quindi da un po’ di tempo uso solo sale rosa appunto. o sale nero o rosso vulcanico delle hawaii. e in austria, nelle scorse settimane, ho usato il bergkristallsalz per tutto. fa-vo-lo-so.
e dire che nel mio armadietto di cucina ci sono altri 12 tipi di sale marino integrale in disuso … :-(
ps: quella dei poveri granchi non la sapevo. ma fa rabbrividire …
Buongiorno a tutti! Mi faccio viva su un blog che in realtà leggo spesso, ma senza aver mai avuto occasione (o tempo) per commentare… Vivo in Francia, e qui le alternative sono due: o i sali integrali, tutti dell’Oceano; o il sale iodato. Ora io mi domando: ma nel Mediterraneo il sale integrale non lo fa nessuno? In Camargue? In Sicilia? Nelle Puglie? O sono tutti luoghi in cui in realtà il sale ‘di mare’ non si fa più?
Tornando in Italia in luglio per qualche settimana, m’è caduto l’occhio sul “solito pacco di sale”, quello che si compra in automatico senza nemmeno pensarci, che per la mia famiglia è il “sale di Sicilia” dell’Italkali. Sorpresona! Non è sale marino, è salgemma! Ecco allora che gli interrogativi si moltiplicano: che differenza fra salgemma e sale marino? Perché il sale italiano distribuito su più larga scala sembra essere salgemma e non sale delle saline?
Come vedete, ho messo un *pochino* di carne al fuoco… Spero che ne parlerete e che mi schiuderete – come sempre – nuovi orizzonti di conoscenza e di riflessione!
Con molta stima, CHIARA
CHIARA, ciao. esiste il sale integrale naturale marino(NaCl+oltre 80 oligoelementi) e viene dalla Sicilia o Puglia o da Cervia in Emilia-Romagna o dalla Francia appunto.Lo capisci dal fatto che e leggermente bagnato (contiene parecchio cloruro di magnesio che e igroscopico). Poi esistono i vari sal-gemma naturali(non raffinati o integrali); p es Sale dell´Himalaya(purtroppo non sempre originale) sale blu di persia, sal-gemma austriaco, svizzero…sono depositi dei mari antichi-quindi contengono potenzialmente gli stessi oligoelementi del sale marino integrale-ma dipende dove si raccoglie;la composizione degli oligoelementi puo variare nel caso che le acque sotterranee slavano via gli elementi piu solubili. In commercio si trova invece quasi esclusivamente sale-marino-RAFFINATO e sal-gemma-RAFFINATO(lo trovi scritto nel lato della confezione).Poi si aggiungono elementi come Iodio, Fluoro(molto usato in germania) e gli antiagglomeranti,alcuni di essi a base di alluminio. Bisogna leggere molto bene; i nomi commerciali poi sono a volte invitanti,tipo “fior di sale”…ma non sempre si tratta di un prodotto veramente naturale…mentre il vero e preziosissimo fior di sale puo costare anche 40 euro al kilo-la sua raccolta avviene soltanto a mano ed e un sale soffice,dolce e gustosissimo…sembra neve appena caduta…(sorry-scrivo su una tastiera senza accenti)…..per chiudere ti cito Jean Jacques Rousseau; “il gusto e, per cosi dire il microscopio del discernimento” – se chiudiamo gli occhi il vero sale sprigiona un gusto sublime.
Quindi, in parole povere, quello che qui chiamano Steinsalz é solo un poco piú “slavato”, rispetto a quello marino integrale, ma sempre buono é. Io, come ho scritto, lo trovo molto piú concentrato, se posso usare questo termine. Rispetto a quello marino integrale che usavo prima ne basta un terzo!
Grazie ancora per il chiarimento e saluti dal “tuo” mar Baltico!
cioa izn, devo ringraziarti. non sapevo esistesse un sale così diverso, cioè naturale…di quel femminile streghesco che amo molto, e che gli ignoranti temono da sempre.
un post perfetto se penso al sapore del mare.
un abbraccio
Grazie infinite della risposta e buon lavoro! CHIARA
Ah, Ah! anch’io sono una fissata del sale bio!!!!!
E anche dello zucchero bio, pur usandone pochissimo. Da quando ho letto come lo fanno, son passata al canna integrale (vero, mica quello con i coloranti!).
Vabbè, questa è un’ altra storia!
Interessantissimi, come sempre, i tuoi articoli, Izn!
Bella l’idea di togliere una cosa naturale e poi rimetterla chimica: ma volete far guadagnare anche queste industrie (magari farmaceutiche)? ;-)
@Claudia: la differenza fra sale marino e sale delle miniere (tipo sale rosa) è che sono composti da percentuali differenti di oligoelementi (non so quali), che quello di miniera dovrebbe essere meno inquinato e che il metodo di estrazione è differente.
Ad alcune persone l’essiccazione (che dovrebbe essere il metodo di estrazione del sale marino) non è proprio consigliata (questo lo so per i miei studi macrobiotici)!
Questo è quello che so!
Se ho scritto cavolate, per favore correggetemi!
L’industria non sa più cosa inventarsi per accattivarsi i favori del pubblico e lucrare anche sull’aria fresca.
La storia del sale è una tra le tante, come hai fatto giustamente notare tu.
In ogni caso, è sempre bene farne un uso moderato dal momento che se ci nutriamo di tanti vegetali freschi avremmo già tutti i minerali che servono al nostro organismo.
Bellissimo sito, complimenti!
Più puro o meno, continuo a pensare che comprare del sale che arriva dall’altra parte del mondo sia assurdo. Mi dispiace, niente di personale, ma con le saline sparse per mezza Italia abbiamo davvero bisogno di usare il sale dell’Himalaya? O quello delle Hawaii?
Per origini familiari e affettive compro il sale di Trapani, ma ce ne sono altri ugualmente validi. Qui potete trovare maggiori informazioni sul presidio Slow Food:
http://www.slowfoodsciacca.it/pag_ge.asp?lingua=ita&link=130
ps: dott.ssa, sale fino o grosso macinato al momento?
@ ilAria : comprendo il punto di vista del tuo commento. sono una che nell’armadietto di cucina – tra gli altri – ha 5 tipi di sale marino integrale italianissimo perché viene dalle saline di cervia. il sale dei dogi e quello che si chiama profumo di mare sono stati a lungo fidi compagni dei miei piatti e ti assicuro che mi mancano moltissimo… accipicchia… :-/ ora, per esigenze di salute non posso usare il sale marino integrale, non ho che da ripiegare su tipi di sale che posso usare. e mi spiace che vengano da molto lontano, sì. ma almeno sono sani e buoni.
:-)
@ilARIA-sono molto d’accordo sulla scelta dei prodotti locali/italiani, per la loro bontà e per sostenere la loro esistenza.-poi ognuno ha le sue scelte istintive o prescritte magari da un terapeuta o perchè pensa di dover fare ciò che fa la migliore amica. Se il sale rimane naturale/integrale le differenze nutritive sono veramente minime. MACINARE il buon sale al momento è una scelta simpatica….il sale macinato a mano ha sicuramente un’energia più valida rispetto quella di un impianto meccanico. I gesti della vita sono importanti come il sale nel mare.
@ilAria: tengo a precisare che compro il sale delle minere tedesco perché vivo in Germania, ed é piú vicino questo che quello italiano ;-)
@Sabine Eck: ma perché qui sull´Ostsee non ci sono saline? Vabbé, forse é meglio, che fino a vent´anni fa qui vicino c´era una centrale nucleare e la gente di Greifswald, per ridere, dice che non servono lampade, la notte, che tanto sono tutti fosforescenti…(ehm, se non avessero un tasso altissimo di tumori e problemi alla tiroide, malattie di tutti i tipi e una aspettativa di vita di parecchi anni inferiore rispetto a quella dei loro cugini del baden wurrtembreg, direi che si potrebbe anche riderci sopra, ma vedendoli, no. Decisamente, no. Che persone sane qui, di corpo o di mente, ce ne sono proprio poche)
@claudia, ciao!! il mar baltico è un “Binnenmeer”(mare interno) che riceve l’acqua salata dal mare del nord …il resto è acqua dei fiumi e della pioggia(che dovresti aver visto ultimamente…sic). Infatti la sua salinità è bassa: da 0,3-1,8% (invece nel mediterraneo ca 3.5%). Avendo poco sole durante l’anno e tante piogge una salina non potrebbe funzionare.
Visto che sei italiana non farei però a meno del sale marino integrale, ideale se viene da saline piccole dove il lavoro è svolto ancora manualmente…La scarsa salute dei tedeschi l’ho notato anche io….ma un pò in tutta l’europa-ma questa è una storia lunga…..
@ Cembolina e Claudia: ovviamente non mi metto a sindacare sulle scelte altrui, specie in materia di salute, era un discorso generale sulla mia preferenza per i prodotti locali.
E per questo mi sembra logico che Claudia si insaporisca con il sale tedesco! ^___^
@Sab-curiosa: grazie delle informazioni!
ciao sono stefania,sto’ usando il sale cristallino dell’himalaya sia internamente che esternamente sciolto in soluzione salina………..meraviglioso ..funziona,dammi un tuo parere in merito,grazie
@stefania ciao, il sale dell’himalaya (che viene di solito dal pakistan) è un salgemma che dovrebbe avere le stesse caratteristiche del sale marino naturale non raffinato (integrale)….ovviamente si tratta di giacimenti di antichi mari – quindi potenzialmente più puliti….ma teniamo conto che questi depositi antichi vengono anche attraversati da acque dolci che lavano via certi oligo-elementi ….insomma una questione un pò complessa. personalmente preferisco il sale marino; ma le differenze potrebbero essere trascurabili……importante è invece di NON usare MAI il sale raffinato ed addizionati di iodio-fluoro o idrossido di alluminio…..questione di SALUTE !!!
Sono ancora qui … guarda guarda le vie dell’etere che giri ci fanno fare.
Devo dire che mi piacete tutti e leggo con piacere il vostro tono pacato, ma vorrei anche vi piacesse vivere un po’ meno preoccupati, che tante volte la nostra serenità ci difende dalle cattive cose meglio della paura di sbagliare; ed è solo la serenità che ci fa comprendere la terra nella quale abbiamo la fortuna di vivere.
Per quanto mi riguarda ho la fortuna di vivere in quella terra di mezzo che chiamo singolandia. Dico fortuna perché ci sto ancora bene, ed ho gustato momenti di perfetta singletudine, quando la bonaccia lascia il mare piatto come una tavola ed il vento di terra reca inebrianti aromi dalla macchia scaldata dal sole, alternandoli ad altri durante i quali la passione ha soffiato come un forte maestrale portando ovunque il sapore del mare. Sono stati momenti magici che ho gustato appieno e ricordo in ogni particolare. Non so quanto ancora durerà, perché all’orizzonte s’è visto un capitano che pare voglia condurmi in porto ad ogni costo … bhe, se vorrà farlo dovrà soffiare un maestrale forte forte, non sono mica facile da condurre, che crede?
Abito la città bianca in una piccola ma bella mansarda della parte alta e la terrazza s’affaccia al mare. Di sale ne so qualcosa. Da piccola mettevo in bocca quelle delicate crostine che si trovavano negli anfratti delle scogliere, quelle più battute dalle onde, dove l’acqua del mare lascia l’anima candida dopo essersi arresa al sole. E nonna mi ha insegnato ad usarlo facendomi capire quanto era prezioso. Basta un polipo lesso, tagliato a pezzi e condito con l’olio d’oliva, qualche foglia di menta e questo sale, che non c’è nessuno capace di resistere. E poi una luna che scherza col mare, il vino bianco e fresco, due pomodori caldi di sole schiacciati sul pane con poca cipolla e s’alza subito il maestrale a spegnere anche le candele.
Stanotte sono sola … e forse per questo avevo voglia di scrivere … così … un po’.
Buonanotte
ah … anche le orecchiette cucinate con l’acqua di mare così come si fa con il risotto, aggiungendo l’acqua poco alla volta sono straordinarie con qualsiasi ingrediente; bastano erbette di campo, pinoli e una manciata di olive nere.
@buon giorno caterina, quando lessi tempo fà il tuo commento mi hai fatto sentire la salsedine in bocca e ho sentito il mare nel cuore. Racconta per favore un pò meglio queste ricette della cottura con acqua di mare….non viene diluito un pò? o si usa proprio soltanto acqua di mare (non viene troppo salato?) Mi hanno raccontato che al mercato Vucciri’a a Palermo vendevano una volta le patate bollite nell’acqua di mare….che bontà doveva essere……tu stai sicuramente nella meravigliosa puglia….quando ci vado cercherò subito le orecchiette sposate al mare….
amo talmente tanto il sale, che ne ho una intera collezione sulla trave
della cappa della cucina!!!! integrale, naturalmente!
:-D
ho letto d’un fiato il libro di sabine, che ho comprato ad una serata a tema,
in un ristorante del mio paese. sentirla parlare mi ha affascinata.
Da dove partire…. bellissimo articolo!! Non non letto il libro che hai citato, però mi ero documentata sul sale marino integrale e già da un pò di tempo utilizzo solo quello. Quanto è difficile però scardinare false idee acquisite solo per prassi senza alcuna fonte che le avvalori!!! Con un pò più di buon senso potremmo avere una cucina di maggior qualità e ne gioverebbe alla grande anche la nostra salute. Ma chissà come mai queste cose non vengono mai divulagte al grande pubblico.
Ciao, vorrei tanto leggere il libro in questione ma vivo negli Stati Uniti… è possibile acquistarlo in pdf o epub (per ebook reader) da qualche parte?
Ciao Sabine,
soffo di tiroidite di Hashimoto e sto cercando il sale marino integrale o del mare del Nord o della Francia (penso del Nord, ma non mi ricordo bene), mi sai dire però dove lo posso trovare dato che non sono riuscita a trovarlo nel mio supermercato bio.
Sono di Milano e non penso che farò fatica a trovare quello che mi indicherai tu.
Grazie tante. La tua risposta è per me importante e se non vuoi fare pubblicità puoi scrivere alla mia mail.