È passato più di un anno da quando vi ho recensito l’ultimo libro del prof, che appartiene alla stessa collana della quale vi sto per parlare adesso. Non che non mi siano passati tra le mani libri interessanti sulla consapevolezza alimentare, nel frattempo, eh. Sono tutti ammucchiati in un settore speciale della libreria, in attesa di essere mostrati al mondo :-)
Mi rendo conto di essere un po’ di parte, perché, ormai lo avrete capito, amo tutto quello che scrive il nostro professore (e anche il modo in cui lo scrive) :-) Questo libretto in particolare ha il pregio, come al solito, di essere allo stesso tempo aereo e pratico, di prendere in esame l’energia vitale insieme al corpo fisico in tutta la sua… fisicità! Ma andiamo con ordine.
“Allergie e intolleranze alimentari” è la seconda monografia della serie dei quaderni editi da Valore Alimentare. Nell’introduzione intanto il prof spiega come mai la percentuale di persone allergiche e intolleranti stia crescendo esponenzialmente. Secondo le statistiche, il 20% della popolazione dei paesi industrializzati (ma c’è chi azzarda anche un 50%!!) soffre di una di queste patologie.
L’inquinamento ambientale, la folle abitudine, ormai consolidata, di sostituire il latte artificiale al latte materno, l’eccessiva igiene, e ovviamente la cattiva qualità del cibo, sono tra le cause più importanti di questo problema (Leggevo ieri questo articolo, del quale non vi posso garantire le fonti, ma che mi ha molto impressionata).
Un’altra concausa, che mi ha colpita molto, è il fatto che la nostra funzione digestiva sta diventando sempre più debole per tanti motivi, tra cui l’abitudine di mangiare troppo velocemente (e sotto stress, aggiungerei), la perdita del ritmo alimentare (il prof ne parla spesso qui sul blog, ricordate la colazione da re?), l’abuso di farmaci, il fatto di non essere mai sereni. Tutto questo pare alterare il prezioso equilibrio della flora microbica dell’intestino.
La prima parte del libro inizia con un distinguo, secondo me fondamentale, tra allergie e intolleranze. Purtroppo negli ultimi vent’anni si è creata una grande confusione tra questi due termini; spesso viene definita allergia qualsiasi tipo di reazione inaspettata, anche a livello della pelle. Inoltre i due termini vengono usati dalla gente indifferentemente, mentre invece per i medici si tratta di due quadri clinici molto differenti tra loro. In questo primo capitolo viene esposto in modo semplice e accessibile a tutti quali sono queste diversità, chiarendo anche la differenza tra una semplice allergia alimentare al glutine e la vera e propria celiachia. Viene indicata anche la dieta adatta per ognuna di queste situazioni, e in che modo questa dieta va seguìta, con tanto di esempi e raccomandazioni “prof-style” su cosa fare, ma soprattutto non fare, se siete alle prese con questo tipo di problemi.
Nel secondo capitolo viene approfondito il tipo di allergia più frequente, nel quale sono coinvolte le immunoglobuline di tipo E; viene esaminata l’atopìa, in quanto predisposizione genetica all’allergia; sono elencati gli alimenti che danno più frequentemente allergia, viene spiegato quali sono i sintomi più comuni e quando bisogna temere una reazione grave. Si parla delle reazioni crociate tra polline e alimenti (e tra alimenti e basta) e vengono prese in considerazione alcune allergie alimentari in particolare, come quella alle pesche o al nickel.
Il terzo capitolo parla di come prevenire le allergie, cominciando dalla vita prenatale, con dettami per le mamme in attesa, e continuando con alcune regole da seguire durante l’allattamento e lo svezzamento, e con un corollario di preziosi consigli anche non attinenti all’alimentazione. C’è anche un accenno ad una cura che si sta sperimentando per guarire definitivamente dalle allergie, e una lista di “sostanze o prodotti che provocano reazioni allergiche o di intolleranza di cui è obbligatorio indicare la presenza in etichetta”.
Il quarto capitolo è dedicato in toto alla celiachia e alla “sensibilità al glutine”, due manifestazioni molto diverse, ma ambedue piuttosto limitanti (una molto più dell’altra). Si parla delle predisposizioni, di come viene formata la diagnosi, dei due tipi di celiachia (“maggiore” e “minore”), dei casi non diagnosticati e di quelli silenti, e ancora della prevenzione. Nel quinto si tratta delle intolleranze in genere, e in particolare di quella al lattosio, ai salicilati, agli additivi alimentari, alla tiramina e alla feniletilamina che si trovano ad esempio nei formaggi stagionati; delle “false allergie” alimentari, della sindrome sgombroide.
Nel sesto capitolo viene esaminato un tipo di intolleranza ancora “non riconosciuta”; non si tratta né di allergia né di carenza di qualche enzima (come nel caso dell’intolleranza al lattosio), né di quella che viene denominata “falsa reazione allergica”, e si manifesta soltanto dopo ore o giorni dall’ingestione di un certo alimento, o con un uso prolungato di quest’ultimo. I test che vengono effettuati per individuare questo tipo di intolleranza, che causerebbe comunque disturbi molto importanti e vari, come stanchezza, mal di testa, nausea, gonfiori addominali, afte ricorrenti, dolori muscolari e artrite reumatoide, ansia, depressione e disturbi dell’attenzione, palpitazioni colite spastica e molto altro, non sono riconosciuti ufficialmente dalla classe medica, e spesso sono condotti da terapeuti alternativi improvvisati, senza nessuna formazione accademica, (che si definiscono “ecologisti clinici”).
In questa sezione si descrive anche la “sensibilità chimica”, un problema che deriva dalle sostanze inquinanti presenti non solo nel cibo ma nell’ambiente in genere. In finale il prof mette in guardia da questo tipo di situazioni: secondo lui si rischia di cadere in una (costosa!) spirale di diete rigidissime, senza risolvere alcun problema. Spezza però una lancia in favore del test kinesiologico, sostenendo che, *se eseguito da mani esperte*, può essere utile. Raccomanda caldamente di rivolgersi a professionisti seri, e nel caso di una presunta intolleranza al grano (intolleranza, non allergia), caldeggia il ripiego immediato sui grani antichi di cui abbiamo spesso parlato qui sul blog, alternati però con altri cereali (e non cereali), e senza esagerare con le quantità.
Nella seconda e ultima parte di questo bell’opuscoletto trovate vari tipi di diete (e relativi dettàmi) con le quali è possibile fronteggiare i vari tipi di allergie e intolleranze. Ci sono anche le indicazioni per usare svariati rimedi naturali. C’è anche un elenco degli alimenti permessi e di quelli da evitare nelle diete prive di glutine, in quelle ad esempio prive di uova o di arachidi, di nickel, di lievito, oppure di additivi alimentari.
Insomma. So di essere stata un po’ didascalica, ma credo che conoscere il contenuto di un libro sia il modo migliore per decidere se comprarlo o no… in fondo anche in libreria la cosa più giusta è mettersi lì a sfogliare (adorooooo fare questa cosa, potrei farlo 24/24). Quello che posso dire è che per chi pensa di avere un’intolleranza o un’allergia è una pubblicazione utilissima e interessante. E poi è impaginato nel solito format grafico-illustrativo di valore alimentare, che mi è sempre piaciuto tantissimo (e lo dico da grafico).
Chiudo con la recensione e vi segnalo però, sempre in tema Matteo Giannattasio (ma quanto lavora il nostro prof!?) la sua bella risposta sul Corriere della sera, alle affermazioni quantomeno incaute di una nostra senatrice a vita (!) in tema di OGM, circa quelli che secondo lei sono “pregiudizi” sulle colture OGM. Leggete e ditemi cosa ne pensate! Alla prossima :-)
Interessantissimo come qualsiasi cosa scritta dal Prof. dove li troviamo quest quaserni? Nei negozi che vendono già valore alimentare?
Volevo segnalare una notizia pubblicata oggi su Repubblica. Ho letto l’articolo e l’uso delle microonde mi lascia perplessa… che ne pensa il Professor Giannattasio?
Questo è l’articolo http://www.repubblica.it/scienze/2014/06/16/news/glutine_amichevole-89120844/
moolto interessante , lo prenderò sicuramente
mi associo a Loretta, anche a me interesserebbe sapere il vostreo parere sul forno a microonde
Enrica
Salve, molto interessante, come del resto tutto quello che scrive il Prof ed anche io vorrei sapere dove poterlo comprare. Grazie
@A tutte e tre. leggerò l’articolo se disponibile ma sono alquanto perplesso. Del forno a micronde non mi sono mai interessato ma ho una istintiva antipatia. Quella rara volta che mi è capitato di consumare un piatto fuori casa riscaldato con questo aggeggio, mi sono sentito la lingua come trafitta da mille aghi.