L’avete capito, la soia non mi sta simpatica perché è prodotta da una pianta che, unica tra i legumi, è, per così dire, un po’ “racchietta”. Ma, educato come sono al rigore scientifico, non posso permettermi di giudicare un alimento in base ai sentimenti e alla fisiognomica; devo farlo con dati scientifici alla mano.
soia e tiroide
Allora procediamo con ordine: ci sono tre faccende riguardanti la soia che non mi convincono.

Primo

Se uno si prende la briga di andarsi a leggere il bugiardino di un medicinale di largo uso per il malfunzionamento della tiroide, l’Eutirox, leggerà quanto segue: “composti contenenti soia possono diminuire l’assorbimento intestinale di levotiroxina. Può essere quindi necessario un aggiustamento (=aumentare, ndr) della dose di Eutirox, in particolare all’inizio o alla fine del periodo di assunzione di integratori a base di soia”.

Questa raccomandazione si basa sui risultati di numerosi lavori scientifici che indicano appunto che la soia inibisce l’assorbimento del principio attivo dell’Eutirox. Personalmente sono dell’avviso che sarebbe meglio che il bugiardino raccomandasse di evitare di consumare soia e derivati in caso di assunzione dell’Eutirox, e non di continuare a consumarli e compensare prendendo una dose più alta del farmaco. Vi pare o no?
Sempre su questo tema, dati scientifici ci dicono che:
a) se, per caso, una persona fosse leggermente ipotiroidea e non assorbisse abbastanza iodio, consumando soia rischierebbe che il suo ipotiroidismo si manifestasse a pieno.
b) se una persona con un ipotiroidismo subclinico assume quotidianamente 16 mg di fitoestrogeni di soia sotto forma di integratori, aumenta di 3 volte il rischio di sviluppare un ipotiroidismo conclamato.
Rischio non tanto ipotetico, dal momento che è stato calcolato che chi dalle nostre parti consuma soia e derivati può arrivare ad assumere oltre 45 mg di fitoestrogeni al giorno (più di quanti ne assumono i giapponesi!). A titolo informativo, una porzione di dessert di soia da 125 grammi contiene in media 40 mg di fitoestrogeni, e 100 grammi di tofu 24 mg.

Secondo

Riguardo alle formule a base di proteine isolate di soia (d’ora in poi per brevità userò chiamarle FBPS), che sono state date per decenni ai bambini nel primo anno di vita come sostituto del latte vaccino e delle formule da esso derivate, l’Accademia americana di pediatria afferma quanto segue:
a) quantità aumentate di assunzione di alluminio in seguito al consumo di FBPS possono contribuire ad una ridotta mineralizzazione dello scheletro (osteopenia) osservata nei bambini nati pretermine o con ritardo di crescita intrauterina;
b) le FBPS possono dare gravi reazioni gastrointestinali come le formule basate sulle proteine del latte vaccino;
c) non è stato provato che le formule a base di proteine di soia siano utili nella prevenzione e cura delle coliche infantili.

Terzo

C’è anche da considerare che la soia è salita ai primi posti tra gli alimenti più allergizzanti nei bambini. Sempre l’Accademia americana di pediatria unitamente alla Società europea di pediatria sconsiglia di dare FBPS ai lattanti nati in famiglie con predisposizione allergica.
Ancora l’Accademia americana di pediatria ci fa sapere che:
a) circa il 10-14% dei bambini allergici alle proteine del latte è allergica anche alle proteine della soia;
b) non è stata provata l’utilità dell’impiego di FBPS nella prevenzione delle malattie atopiche in bambini sani e a rischio.
Per finire, lasciatemi fare una considerazione generale.
Questa è un’epoca in cui i nostri organi sessuali sono bersagliati da miriadi di sostanze (li chiamiamo perturbatori endocrini) che ne disturbano lo sviluppo e il funzionamento (sono perturbatori endocrini non solo certi contaminanti ambientali, ma anche i residui di certi pesticidi e alcuni additivi presenti negli alimenti).
Il nostro corpo ne è bersagliato fin da quando vive nel grembo materno (che una volta era una sorta di luogo idilliaco sospeso tra cielo e terra, ora invece è diventato come un centro-raccolta-rifiuti, di tutto quanto di nocivo arriva alla mamma in attesa con gli alimenti e non solo con quelli). Ebbene gli effetti (negativi) già si vedono: sempre più bambini che nascono con gli organi sessuali non in regola, fertilità maschile dimezzata, bambine che sviluppano il menarca precocemente, senza contare poi i tumori, come quello del seno e della prostata, che sono legati ad alterazioni ormonali.

Bene, stando ad alcuni risultati scientifici preliminari, la soia potrebbe essere la classica pioggia che cade sul bagnato: anticipo del menarca, e rifiuto delle bambine di giocare come una volta a fare le mammine con le bambole e preferenza invece per giocare alla guerra come i maschietti, riduzione della spermatogenesi e della motilità degli spermi.

Anche se poi le ricerche che verranno dovessero sconfessare questi primi dati, ma vi pare che valga la pena di consumare un legume di una pianta che madre-natura non ama (se no non l’avrebbe fatta come è fatta), quando abbiamo i nostri legumi generati da piante dal leggiadro aspetto e di cui mai nessuno si è permesso di dire alcunché di male.
Poi, lo so, voi mi direte “e la questione della soia transgenica dove la mettiamo?” Ed io a rispondervi che la soia transgenica potrebbe essere un altro problema (per altro a mio avviso più di carattere etico, sociale e ambientale che nutrizionale), rispetto al problema della soia stessa.

Conclusione

Che si voglia consumare soia nell’ambito di una dieta equilibrata e variata può pure andare bene. Ma che noi si superi addirittura i giapponesi nei consumi quotidiani di soia perché ci hanno fatto credere che si tratta dell’elisir culinario di lunga vita, beh mi sembra esagerato all’ennesima potenza.
Molti mangiatori-di-soia pentiti ti vengono a confessare che sì la soia la mangiano perché dicono che faccia bene ma a loro non piace per nulla. Vi confesso che per la quota dovuta di proteine, le mie preferenze di vegetariano convinto (ve l’ho già detto, ho smesso di mangiare carne da quando in casa sono entrate neonate la cocò e la mimì, le mie due splendide gattine, che però la carne la mangiano e come) vanno alle minestre di legumi con orzo, alla pasta e ceci o fagioli, alle lenticchie con il riso, al falafel, all’hummus.

Post scriptum

Oltre alla soia soia, quella gialla, sono in commercio altri legumi definiti soia verde, nera, rossa (l’intento commerciale penso sia chiaro a tutti, lasciar intendere che sono le sorelle gemelle della soia, quindi da iperconsumare anch’esse). In effetti per questi non vale quanto detto or ora per la soia perché non sono affatto soia di altro colore, ma legumi più simili a quelli cui occidentaloidi siamo avvezzi. Quindi trattatele come se fossero fagioli. Sarà per loro una rivalsa, cessare di essere le cenerentole maltrattate dalle figlie-soia della matrigna.