Adoro i temporali estivi!!! O anche quasi-estivi, come quelli di questi giorni. Mo’ non vi arrabbiate, non parlo delle grandinate assurde che stanno flagellando la penisola in questi giorni; sono pienamente solidale con chi si è visto distruggere le coltivazioni e rabbrividisco al solo pensiero che possa succedere al mio micro-orticello sul terrazzo o.O
Ma che dire di quando tuona e fulmina e l’aria è calda e la pioggia pure, e tutto si permea di quel magnifico profumo di ozono e terra bagnata? E dopo le piante sono tutte ringalluzzite, e insomma dovevo nascere ai tropici io, dove si respira aria e acqua contemporaneamente. Per non parlare di quando gli acquazzoni ci sono al mare (ma lì state lontani dall’acqua eh, io ho il terrore del fulmine malvagio) e il cielo si tinge di quel colore tra l’indeciso e il cattivissimo :-)
Tutto questo per dire che se la vita ci dà il temporale, noi prepariamo la minestra, ché tanto tra poco da qui passeranno solo cose fredde e veloci (o quasi), tranne il solito piatto invernale di ferragosto e dintorni, ricordate, no, la cipollata del 2009, la coda alla vaccinara del 2010, il pain d’epices del 2011, la moussaka del 2012 (vabbeh quella era quasi estiva su), e la pecora in cappotto dell’anno scorso?! :-D
Insomma, gli è che l’anno scorso Antonella bell’e buono (=all’improvviso in lingua partenopea) mi mandò nella cassetta delle foglie pelosette con delle zucchette attaccate; immaginate io che me le rigiro tra le mani dicendo e mò queste che sono? E soprattutto che ci faccio? Forse si è sbagliata e gli sono cadute dentro delle cimature di… qualcosa? o.O Và a sapere, beata ignoranza, che avevo al mio cospetto i preziosissimi tenerumi, dei quali avevo sentito solo parlare, ma che ormai pensavo fossero una leggenda urban/campagnola? :-P
In realtà i veri tenerumi sarebbero quelli della zucca-serpente, una zucca/zucchina verde chiaro, luuuuunga, dal sapore molto delicato, che cresce al sud della nostra penisola, se non ce l’avete presente guardate qui. Si può farla arrampicare su una pergola, nel qual caso pende e viene dritta dritta, oppure sul terreno, e allora è più contorta e ricurva, come un serpente (qui e qui, se vi volete cimentare, trovate un po’ di consigli su quando seminarla e come trattarla).
Si raccoglie di solito tra giugno e settembre, ma i tenerumi, cioè le prime foglie tenere, i fiori ancora chiusi e i giovani getti della pianta, si trovano già dal mese di maggio (è una pianta che cresce veramente alla velocità della luce).
Quelli che sono arrivati a me veramente sono più i cugini di questa meraviglia, parenti stretti pure dei talli di zucchine, che qui a Roma vengono elegantemente chiamati “grattaculi” (ambasciator…) e che di solito si trovano sui banchi dei contadini veri all’inizio dell’autunno, quando le piante delle zucchine vengono tirate via e sono ancora piene di foglie tenere, di getti e di piccole zucche (o zucchine).
Trovate una ricetta per cucinare questi ultimi qui, con tanto di sequenza fotografica, ma più o meno le ricette sono sempre le stesse con piccole variazioni, perché il bello di questi germogl-fogl-fruttini è che hanno un sapore intenso e diverso dalle zucchine o dalla zucca tal quale, molto più deciso e quindi sono ottimi anche in una semplicissima frittata, o bolliti e spadellati al volo.
Purtroppo questa meraviglia ha rischiato di scomparire negli ultimi pazzi decenni supermercatosi, perché tende a rovinarsi pochissimo tempo dopo essere stata raccolta, e se si “ammoscia” (termine scientifico partenopeo) è molto difficile da pulire, visto che va sfilata un po’, tipo sedano, per togliere un po’ di fibre e le spinette (che se siete di bocca buona potete anche lasciare, tanto in cottura si ammorbidiscono molto).
Io ci ho fatto una minestra, che adesso vi trascrivo (ho molto liberamente interpretato questa ricetta siciliana, asciugandola un po’ come al solito, per la disperazione dello zac O:-)), ma la mia amica/facebook Virginia, parlando dei talli di zucchine, ha scritto che di solito si limita a dargli scaldatina in acqua bollente, e a imbiondire a parte, in olio, uno spicchio d’aglio, aggiungere zucchine e patate in piccoli pezzi e poi i talli, e a far stufare tutto fino alla cottura che si preferisce. Negli ultimi due minuti lei aggiunge qualche fiore di zucchina e basilico fresco.
Se volete qualche altra idea (con fiori di zucche varie o zucchine) guardate anche qui, qui o qui. Ma date spazio alla fantasia, una volta che avrete assaggiato queste foglie pelosette vi verranno sicuramente un sacco di altre idee per utilizzarle (il ripieno di una torta salata? una tempura particolarissima? una variazione degli gnudi?).
Ingredienti:
200 grammi di spaghetti spezzati
1 mazzo nutrito di tenerumi
qualche pomodoro fresco
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale marino integrale
pepe nero in grani
1 pezzetto di Parmigiano Reggiano
1 mazetto di basilico appena colto
Per prima cosa mettete una casseruola d’acqua sul fuoco a bollire. Scegliete, lavate e lasciate asciugare i tenerumi più teneri; se le foglie sono grandine e pelose sfilate i gambi dal basso verso l’alto come si fa con il sedano e poi tagliate tutto, foglie, gambi e frutticini a pezzetti.
Fate imbiondire l’aglio in una padella grande, in un fondo d’olio; quando è ben caldo aggiungete i tenerumi e i pomodori tagliati a dadini; quando il tutto comincia a sfrigolare aggiungete un paio di mestolate di acqua calda, salate, e appena prende il bollore aggiungete gli spaghetti spezzati. Mescolate bene e fate andare a fiamma media fino a quando la pasta è cotta. Se dovesse asciugarsi troppo aggiungete qualche mestolo di acqua bollente, se vi sembra troppo liquido alzate la fiamma.
Servite subito, con una spolverata di pepe nero appena macinato, parmigiano grattugiato, un filo d’olio e qualche foglia di basilico :-)
Ehi Sonia, è la minestra della mia Sicilia e io ci aggiungo anche un pezzo di quella zucchina luuunga, mangiata di sera quando l’afa estiva si placa ^_^
Ma è fantastico! Non mi sarei mai immaginata una ricetta simile…più scopro ricette Siciliane e più mi sorprendo! Sono assolutamente incredibili. Spero di provarle nella loro madre terra, presto.
Che buona! Mi ricorda delle magnifiche vacanze in Sicilia. Ne sono ghiotta ma qui non trovo i tenerumi…
Nella parte si Sicilia dove risiedo questo tipo di pasta si fa con la cucuzza longa della quale si usano i teneri germogli detti tinnirumi. Ottimi anche lessati semplicemente è conditi con olio e limone. Rinfrescanti nelle calde serate estive.