Questo crottino è il fratellino piccolo di quello che vi ho presentato un paio di mesi fa, e il cugino dell’ultimo formaggio caprino che vi ho mostrato, a crosta fiorita. A differenza del fratello, che viene lasciato riposare più di un mese, questo crottino aspetta solo un paio di settimane prima di essere venduto (e gustato).
Come vi ho già detto tante volte, questo tipo di formaggi ha una forte personalità, e quando li si usa in cucina la scommessa è riuscire ad esaltarne il sapore senza sovrastare troppo quello di tutti gli altri ingredienti.
Il massimo sarebbe mangiarli in purezza, magari con un po’ di miele (non so se si è notato che impazzisco per i formaggi con il miele) e che so, due o tre noci. E pane. E una mela. Ma siccome dovevo inventarmi una ricetta, ho pensato al cavolfiore, che di per sè non ha un sapore dominante, ma mantiene comunque un suo carattere, però accompagnato dalla croccantezza delle nocciole e dalla nota fresca e particolare del timo.
Il timo è un’erba dalla proprietà incredibili: è un potente antisettico, utilissimo per conservare i cibi, inibendo la proliferazione batterica; potete volendo sostituirlo anche con dell’origano, se ne preferite l’aroma; fresco o secco, ha quasi le stesse proprietà del timo. In più ha un’azione drenante sui reni e stimola la secrezione della mucosa gastrica; è quindi controindicato se si tende ad avere lo stomaco infiammato.
Trascrivo dal librone della bioterapia: “l’origano è antalgico, sedativo, antispasmodico, emmenagogo e carminativo: prezioso nella tosse, perché svolge una funzione espettorante, è utile nell’asma, nelle bronchiti e nelle forme tubercolari. È efficace nelle dispepsie e nell’aerofagia”. In virtù della sua funzione drenante decongestiona il tessuto nervoso e stimola l’attività cerebrale e neuronale.
Aprendo una parentesi più leggera – non perché ogni scarrafone sia bello a mamma sua – non vi sembra incredibilmente affascinante il mio timo bello spaparanzato ne suo vasetto? L’anno scorso era tutto pieno di farfalline, smunto e sofferente; quest’anno invece, complici le pratiche e i consigli mutuati dalla Civiltà dell’orto è un timo felice. E senza aiuti di alcun tipo. Quanto lo amo (chiusa parentesi)! <3
Visto che della Fattoria Ma’Falda ve ne ho già straparlato, e ve ne parlerò ancora in un post tutto dedicato solo a loro, meravigliose signore norvegesi e dolci caprette comprese, non mi resta che presentarvi il piatto che ho preparato per la rubrica di Stefano.
Non si tratta altro che di una normale pasta con un cavolfiore saltato in padella con qualche spicchio d’aglio schiacciato, arricchita con noci e pinoli, alla quale questo crottino regala un carattere strepitoso.
scusa ma con una foto così come si fa a non svenire?
io sono del team pane e formaggio o al massimo formaggio e noci. no miele. ma come si fa x magiare queste meraviglie, devo andare in umbria??
@ Giò, credo che i mafaldiani produttori da qualche parte vendano a Roma (altrimenti se mi dici dove abiti provo a chiedere), ma tra un po’ le capre vanno in asciutta, quindi sarà per la primavera prossima. Ciao!
A che ora sabato? A CHE ORAAAAAAA?!?!?!
Alle quattro!! Alle quattro!!!!!! O_O
Civiltà dell’orto? anch’io ho bisogno di consigli per far crescere bene le mie piantine aromatiche, che vedo parecchio sofferenti. Chi sono?
ciao, son passata dal tuo blog un pò per caso & un pò per curiosità… che bellissime foto!
e immagino che mmmmmmmmh buonissimo tutto!
a presto, e brava!!