Quarto e ultimo formaggio dell’affinatore Silvio Zanini; finora vi ho mostrato il Nostrano Alpe Vaia 2011, il Nostrano Valtrompia Dop e la Formagella di Collio a pasta semidura; questa è un po’ la sorellina della formagella semidura, ma più fresca e meno stagionata; la potete vedere qui sul sito TreValli, nel settore dei formaggi più giovani.
Tra i formaggi TreValli che ho provato è sicuramente quello che mi è piaciuto di più (preferisco sempre i formaggi freschi a quelli stagionati, sarà un fatto di metabolismo, mah… Elena tu che dici!?). Come vedete dalla foto la pasta è molto chiara e compatta e a volte presenta un’occhiatura (cioè delle piccole bolle d’aria che si formano durante la maturazione all’interno della pasta del formaggio). Anzi in questo caso si dice che la pasta è percorsa da rari “strappi” (cioè occhiature allungate e irregolari).
Il tempo di stagionatura varia da 20 giorni a due mesi, il sapore è molto delicato ed è caratterizzato da una nota acidula (appena più marcata nella versione estiva). Ovviamente questo non è un difetto, ma una particolarità di questa meraviglia, che però tende ad accentuarsi se viene lasciata a lungo sottovuoto (oltre tre-quattro giorni) e se lo assaggiate appena aperto.
Se il formaggio vi arriva sottovuoto conviene sempre aprirlo subito, incartarlo nella carta per formaggio (è molto simile alla carta forno, la trovate nello stesso scaffale) e messo in frigorifero o comunque in un luogo fresco, lontano da ortaggi molto “profumati” come aglio e cipolle. Meglio poi lasciarlo riposare almeno un giorno dopo l’apertura, in modo che ricominci a “vivere” (ve l’ho detto che i formaggi veri sono vivi, mica quella roba industriale dei supermercati, vero?).
Questo tipo di formaggi di solito in casa zac spariscono magicamente dal frigo in poche ore; voglio dire, i fornelli non li vedono proprio o.O Se avete seguito le altre cacioricette avrete visto che Elisa ha preparato un risotto con l’ortica, aggiungendo la formagella di Collio a fine cottura, Sara ci ha fatto delle meravigliose Seadas (per me l’unica alternativa valida al formaggio fresco come mamma lo ha fatto è il formaggio fresco sciolto, e dolce!!), e io pure alla fine non ho avuto il cuore di cuocerla, e l’ho infilata fresca fresca in una pasta con i broccoli, aggiungendo solo un po’ di erba cipollina e una spruzzata di limone, la presenza del quale giustificherete solo dopo l’assaggio.
Certo, non è che ho usato proprio una pasta qualsiasi, eh. Avevo ancora un pacco delle meravigliose casarecce antiche di Mauro Musso, il nostro pastaio preferito. In questi piatti semplici (ma pure in quelli articolati, secondo me!) la qualità della materia prima è assolutamente fondamentale, non solo dal punto di vista della salute ma proprio da quello del sapore.
Per chi volesse sapere dove acquistare queste meraviglie direttamente dai produttori vi svelo che se tutto fila liscio entro metà marzo sarà possibile acquistarli sul portale di Stefano (non garantisco verità! voi incrociate le dita!). tenete conto che non si tratterà di un’e-commerce, ma una vera e propria vetrina a disposizione per ciascun produttore (come andare a fare un giro in bottega) :-)
Scappo, che ho tipo un miliardo di scatti fotografici da controllare, voi andate a dare uno sguardo alla ricetta qui da Stefano, e però ricordate di tenere un occhio a questa rubrica, se siete curiosi quanto me di sapere chi sarà il prossimo produttore illuminato. Ogni volta è una sorpresa con l’uomo dei formaggi bradi! :-)
ah! Vorrei averne ancora e vorrei proprio provare questa pasta. Ecco!
Se organizzo un corso venite in Cina ad insegnare a fare il formaggio? È tramite altre cose……