Da loro ci siamo capitati per caso, tornando da Ma’falda, di cui vi ho parlato qui, qui e qui nella rubrica dei formaggi che ben sapete. Si trovano sulla Flaminia, in quel di Civita Castellana, e ci eravamo passati davanti un sacco di volte senza farci caso, nonostante ci fosse fuori un grande cartello carino, tutto colorato, con patate e carote animate e felici.
Quel giorno in un primo momento passammo oltre, ma poi ricordandoci che a casa non avevamo nulla in frigo decidemmo di girare la macchina e andare a curiosare… fu un’ottima idea.
La prima impressione fu buffissima. Dovete sapere che per arrivare si percorre un viale alberato molto bello, che porta a un edificio stranissimo, risalente all’epoca fascista (e precisamente al 18 novembre 1936!); le iscrizioni, enormi, sui muri, sono inequivocabili.
Roba tipo: “Più profondo è il solco, più è alto il destino” o, per non porre limiti al peggio: “Un imperativo assoluto si pone: bisogna dare la massima fecondità ad ogni zolla di terra”.
Ogni *singola* zolla di terra, eh!? Non ne lasciamo nemmeno una tranquilla, mi raccomando! In pratica l’esatto contrario di quello che abbiamo sempre sostenuto qui nella rubrica sull’agricoltura; in nella quale dicevamo appunto che il terreno non andrebbe mai rivoltato, che la terra va rispettata e mai sfruttata.
Cito (rabbrividendo) da wikipedia: “Le autorità fasciste, nell’intento di aumentare la produzione di frumento, arrivarono ad osteggiare apertamente coltivazioni di vegetali ritenuti vili e minori. Tra questi i broccoli, le cime di rapa, il farro, le lenticchie e le rape. Tentarono quindi in maniera sistematica di convincere i coltivatori a sostituirle con il grano.
Un tentativo di convincere gli abitanti di Castelluccio di Norcia a coltivare la loro valle a grano al posto delle tradizionali lenticchie causò quasi un tumulto. L’esperimento fu fortunatamente accantonato dopo che una coltivazione di grano sperimentale si rivelò fallimentare a causa della particolare climatologia della valle.”
Praticamente un tuffo in piena battaglia del grano, durante la quale Mussolini mirava a far diventare l’Italia autosufficiente dal punto di vista della produzione di frumento (se ne importavano 25 milioni di quintali e se ne consumavano 75 milioni).
Nonostante le resistenze, appena sei anni dopo Mussolini riuscì nel suo intento, ma questa è storia dell’agricoltura e approfondiremo un’altra volta (non ci riesco proprio a non fare digressioni, è più forte di me!). Comunque se siete curiosi andate a dare uno sguardo ai vari (deprimenti) video dell’Archivio Luce su questo argomento :-P
Insomma, immaginatevi la izn che arriva davanti a questa costruzione severissima, scende dalla macchina e dice: “noooooo, questi non vanno bene, guarda che c’è scritto! Non è possibile che sia un’azienda biologica!!”. Per fortuna il mio futuro ex marito, con il suo solito delicatissimo savoir faire (stile di comportamento caratterizzato da cortesia, tatto e affabilità), dice “Non rompere, entriamo e poi si vede”.
Oltretutto la pulcina comincia a correre dietro a gattini e cagnolini del posto, così mi convinco a entrare e conosciamo Mattia, il mitico marito di Marina Ercolini (che in questo momento è in dolce attesa), che ci mostra l’azienda e ce la racconta, in modo decisamente convincente.
Dovete sapere che il papà di Marina, Luigi Ercolini, lavora la terra di Civita Castellana da sempre, e prima di lui la lavoravano suo padre, suo nonno e così via per generazioni. Nel 1970 acquista il casale che vedete, e ci mette colture di legumi, cereali e nocciole. Non ha mai utilizzato prodotti di sintesi, ma già nel 1996 provvede a certificarsi come azienda biologica con l’IMC. Nel 2008 Marina, con il supporto di Mattia, decide di aggiungere alle colture del papà anche gli ortaggi e di aprire il negozio dell’azienda, che è quello dove siamo capitati noi :-)
L’azienda conta circa 65 ettari, di cui circa 23 di noccioli, 20 di leguminose tra lenticchie e ceci, 15 di cereali e legumi e 2 ettari di ortaggi; inoltre ci sono anche fragole ottime (quelle che l’anno scorso ho usato per questa, non so se mi spiego), angurie, meloni, melograni e fichi, oltre a 100 piante di olivo, con le quali fanno una piccola produzione aziendale di olio.
Non c’è bisogno che vi ricordi che è molto importante che le nocciole siano bio visto che siccome vengono attaccate da un tipo particolare di cimice le coltivazioni convenzionali in caso di infestazione vengono abbondantemente spruzzate con svariate schifezze. Nel bio semplicemente le nocciole cimiciate vengono scartate, e dallo scarto se ne ricavano alcune buone per fare la pasta di nocciole e altre preparazioni.
Mattia mi ha anche raccontato che nell’azienda dal 2012 hanno provato con successo il lancio di insetti utili sugli ortaggi per combattere gli afidi e il ragnetto rosso, che dopo un po’ fanno seccare e morire le piante.
Nel negozio trovate anche molti prodotti esterni (di produttori assolutamente bio e possibilmente locali) tra cui frutta invernale, vino, passate di pomodoro, pasta, formaggi, e su prenotazione persino carne di maiale, di vitello e di agnello, sempre bio certificati. Ah e dimenticavo le galline!! Razzolano felici, mangiano gli ortaggi dell’azienda e producono uova meravigliosamente buone e freschissime.
Questo è proprio uno di quei casi di cui spesso vi parlo, quei posti nei quali potete andare nel fine settimana con tutta la bambinanza, e approfittare del momento di fare la spesa consapevolissima per slegare i pargoli e farli giocare con cagnolini e gattini, curiosare sulla vita delle galline e delle papere (ve l’ho detto che ci sono pure le papere?!), e insomma prendere un po’ di quell’aria e di quel sole che in città difficilmente possono respirare.
La cosa più bella è che se abitate lungo la Flaminia, nelle zone da Civita Castellana fino a Riano e Sacrofano durante l’inverno e siete magari potete avere la consegna a domicilio (Formellesi a me!!)
Last but not least, vi segnalo che ultimamente l’azienda Ercolini ha deciso di entrare a far parte di un’iniziativa molto ma molto interessante. Si tratta del bio-distretto della via Amerina e delle Forre (potete vedere qui un brevissimo video che spiega al volo di cosa si tratta). Trovate una spiegazione molto più dettagliata sul sito dell’AIAB, nel quale si spiega che i bio-distretti sono aree geografiche vocate al biologico, dove agricoltori, cittadini, associazione etc si accordano per una gestione sostenibile delle risorse partendo appunto dal modello bio (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio).
Le aziende che fanno parte dei bio-distretti (in questo caso si tratta di dieci aziende della Tuscia) cercano di fare rete promuovendo le une i prodotti delle altre; io trovo che sia un’idea magnifica e molto in sintonia con la filosofia della rete :-)
Del bio-distretto della via Amerina fanno parte, oltre a Ercolini, Sansoni, Bagnolese, Cavalieri, Lucciano, Deanocciola, Menicocci e Cattani, tutti produttori molto consapevoli che ovviamente andrò presto a trovare, se no come ve li documento (e se è il caso ve li convenziono) ehhhh?! :-)
Vabbeh, insomma che andiate a trovarli o proviate a ordinare da loro quest’inverno, sappiate che li amerete come li amo io. Perché, come dice un certo chef di nostra conoscenza, i prodotti vanno portati avanti con le facce di chi li coltiva/alleva/prepara, non con i marchi! E qui di facce serene e accoglienti ne vedrete molte, mica come al supermercato, che sono sempre tutti nervosoni e scocciati. Si vede che la terra fa bene. A loro e a noi :-)
Aggiornamento:
Purtroppo la vita riserva a volte delle brutte sorprese :-( Gli Ercolini hanno subìto un gravissimo lutto: Mattia, il marito di Marina Ercolini, il ragazzo solare e sorridente che vedete in una delle foto qui sopra, ha lasciato questa terra a causa di un terribile incidente con il trattore. Mattia era un uomo curioso e sveglio, ed era un po’ lui che tirava le redini di tutta l’azienda. Lui e Marina avevano appena avuto un bimbo, e questo se possibile rende tutto ancora più triste e complicato.
Al momento l’azienda ha chiuso al pubblico e non so dirvi se riaprirà mai. Mandate tanta energia positiva alla dolce Marina e al suo bambino; io cercherò di essere più solare e forte, anche per loro.
Ercolini
via Flaminia km 47.100
01033 – Civita Castellana (Viterbo)
+39.0761.549576
bello!!! mi piace
Secondo me è proprio questo il futuro del biologico. Creare delle cooperative , delle reti di scambio fra piccoli agricoltori da cui le persone possono rifornirsi consapevolmente… sarà il modo per poter abbattere la grande distribuzione e tornare a uno scambio equo, a favore dell’ambiente, della salute, della vita.
Purtroppo qui in Italia, o almeno nel Lazio, cose di questo genere sono poche e spesso, devo dirlo, povere. Le persone di questa azienda sono fantastiche, persone autentiche e come tutte quelle che portano avanti questa battaglia, perché ormai si può solo chiamare in questi termini, sono integre, coerenti !
Negli stati uniti le cooperative sono affermate, si creano dei veri e propri mercati di scambio, dove tutti i prodotti confluiscono in cassette …ecco quindi che si evitano benzina, plastica, natura si e intermediazione.
Hai mai sentito parlare di FullyRaw Co-op? È appunto una cooperativa in Texas che riunisce gli agricoltori per distribuire le famiglie di frutta e verdura. L’ideatrice, Kristina, è una ragazza giovanissima che fa da coordinatrice.
Perché non fai tu una cosa del genere Izn ? Saresti la persona più adatta che esiste, hai molti contatti con le aziende, sei una divulgatrice nata..sarebbe davvero un bel progetto!
Pensaci….
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Con tutta la stima che ho per te ti ringrazio e ti abbraccio,
Terry
Solo le foto sprigionano l’energia del posto…presto andrò a fare visita a questa meraviglia! grazie della condivisione.